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Cospito, peggiorano le condizioni di salute dell’anarchico al 41 bis: «Rischia fibrillazione e va trasferito»

29 Gennaio 2023 - 18:39 Redazione
alfredo cospito
alfredo cospito
Un centinaio di anarchici ha organizzato un sit-in pacifico in una campo a circa duecento metri dal carcere di Sassari per manifestare solidarietà al 56enne

Si aggravano le condizioni di salute di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da 102 giorni per protestare contro il regime del 41 bis disposto a suo carico per 4 anni. A riferirlo è la cardiologa Angelica Milia, medico di fiducia di Cospito: «Alfredo ha valori di potassio molto bassi e ha perso un ulteriore chilo, ora ne pesa 73. Abbiamo aumentato la terapia per evitare aritmia e fibrillazione cardiaca che potrebbero essergli fatali». Per la dottoressa dell’anarchico, detenuto nel carcere di Bancali, a Sassari e sottoposto al carcere duro, «la soluzione assolutamente necessaria è quella di un trasferimento immediato in un carcere dotato di una struttura sanitaria che possa garantirgli la giusta assistenza». Terminata la visita, Milia ha fatto inoltre sapere che tornerà nel carcere di Bancali giovedì prossimo: «Visiterò Alfredo Cospito nuovamente il 2 febbraio». L’ultima visita al 56enne l’aveva fatta il 26 gennaio scorso, quando – anche in quell’occasione – aveva lanciato l’allarme sulle condizioni di salute del suo paziente: «Sono in peggioramento – aveva riferito -. Nel momento in cui supera il catabolismo glicemico lui rischia».

Sit-in davanti al carcere di Sassari: «Musica per farci sentire da Alfredo»

Intanto, un centinaio di anarchici hanno organizzato un sit-in pacifico in un campo a circa duecento metri dalle mura del carcere di Bancali, a Sassari, per manifestare la loro solidarietà ad Alfredo Cospito. Qui hanno installato un impianto stereo collegato a un generatore di corrente elettrica, dal quale esce musica a tutto volume con la speranza che «Alfredo senta che siamo qui per lui». I manifestanti protestano chiedendo la fine del carcere duro per Cospito, contestando anche la misura dell’ergastolo ostativo, ritenuta, così come il 41 bis, «inumana e ingiusta».

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