Perché le bollette del gas potranno calare anche del 40%: spunta l’idea di Giorgetti sul «prezzo politico»
Ancora buone notizie sul fronte bollette. Dopo il calo subito all’inizio dell’anno dal prezzo spot del gas, per il mese di gennaio potrebbe esserci «un taglio delle del 33% delle bollette», dopo i rincari del 23% di dicembre per le famiglie ancora nel mercato tutelato. Per il presidente di Nomisma, Davide Tabarelli, interpellato dall’Ansa, si tratterebbe di un «risparmio su base annuo di 712 euro per consumi tipo di 1400 metri cubi anno». Mancano ormai solo due giorni per avere la media per l’intero mese di gennaio 2023 del prezzo spot del gas, tuttavia per Tabarelli è possibile già stabilire la tariffa dello stesso sul mercato all’ingrosso italiano: «Si collocherà intorno ai 60 euro/Megawattora, contro i 117 euro/Megawattora usati dall’Autorità per le bollette di dicembre 2022». Tale crollo avrà, inevitabilmente un impatto positivo sull’inflazione. «Ancora più importante è il fatto che il nuovo prezzo verso 1 euro/mc è inferiore di circa il 27% rispetto alla tariffa di un anno fa e questo significa che già nel tasso di inflazione di febbraio, la parte regolata dell’energia segnerà un forte calo. Infatti – prosegue Tabarelli -, occorre ricordare che nel primo trimestre 2023 le bollette della luce sono state già ridotte del 20%. Pertanto il tasso di inflazione a febbraio comincerà a scendere probabilmente dall’11,3% di dicembre verso il 10% a gennaio 2023 per poi calare ad una cifra nei mesi successivi».
«È», dice l’economista al Messaggero, «come se stesse scoppiando una bolla». L’inflazione europea, del resto, «è stata determinata soprattutto dai costi dell’energia, che dopo la fiammata dovuta alla guerra in Ucraina, si stanno ora decisamente raffreddando». Una scenario, questo, che si allontana una volta per tutte dai picchi di agosto del metano che con la corsa agli stoccaggi aveva spinto le tariffe fino a 350 euro per ogni Megawattora. «Un’ottima notizia», spiega Tabarelli ma che non deve far dimenticare «che la crisi non è finita e le tariffe del gas che si avranno per gennaio sono sempre del 30% superiori a quelle precedenti il 2022, mentre quelle dell’elettricità sono ancora circa il doppio quelle precedenti». Per quanto riguarda le bollette della luce del secondo trimestre 2023, infatti, «dovremo aspettare fine marzo, ma anche qui, grazie al crollo dei prezzi in borsa dell’elettricità, è ipotizzabile un’ulteriore riduzione del 20%», conclude.
Le motivazioni della riduzione
Le ragioni della riduzione dei prezzi delle bollette possono essere riconducibili a diversi fattori. Tra questi, le «temperature più miti – spiega Tabarelli al Messaggero – che hanno permesso di mantenere alto il livello delle scorte». Non solo. Anche le centrali nucleari francesi hanno avuto un ruolo importante: «Dopo lo stop che ha coinvolto diverse infrastrutture, ora stanno producendo a ottimi ritmi». Senza dimenticare che in Germania sono stati costruiti «tre nuovi rigassificatori in tempi record», spiega Tabarelli che sottolinea, inoltre, come in Italia, ma anche in Germania ci sia stata una «rilevante riduzione della domanda di gas». Conseguenza della razionalizzazione dei consumi da parte delle famiglie.
Giorgetti: «Aspettiamo Arera, ma da inizio febbraio un taglio del 40%»
Anche per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dobbiamo aspettarci bollette più leggere a febbraio. «La decisione sui costi energetici in bolletta il governo lo aspetta da Arera che lo renderà noto all’inizio di febbraio. Ho annunciato il 40% per cento seguendo l’andamento del mercato, poi Arera farà i calcoli», ha detto. Nel frattempo, il governo Meloni «sta lavorando – spiega Giorgetti – a un meccanismo per il quale si paghino a un prezzo che ho definito ‘politico’ i consumi in linea con i precedenti, e con prezzi che seguono il mercato le eccedenze, per premiare i virtuosi e chi risparmia nei consumi». Venerdì il ministro aveva tranquillizzato: «Gli aiuti contro il caro energia proseguiranno anche dopo il 31 marzo, ma con una formula diversa». Il costo della bolletta, infatti, potrebbe essere diviso in due: il 75-80% verrebbe calmierato dallo Stato, mentre per il restante 25-30% i consumatori pagheranno tariffe di mercato, in modo da incentivarli a risparmiare. Un metodo che è già in vigore in Germania e in altri Paesi Ue. «In ogni caso – continua il ministro – sarà una diminuzione significativa con la speranza che la riduzione dei prezzi si consolidi anche nei prossimi mesi».
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