Quando Dino Giarrusso se la prendeva anche con Bonaccini, le battaglie dell’ex M5s contro il Pd riaffiorano sui social
Non solo militanti ed esponenti di partito: anche i social non dimenticano. Dopo l’annuncio di Dino Giarrusso sulla sua entrata nel Partito Democratico, l’ex M5s e inviato de Le Iene è schizzato tra gli argomenti più discussi del web. In particolare, iniziano a spuntare alcuni tweet piuttosto recenti in cui Giarrusso attaccava il partito democratico e il candidato alla segreteria del Pd e presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Lo stesso per il quale ieri ha fatto un endorsment: «Credo che sia necessario un centrosinistra forte, credo nel progetto di rinascita che Bonaccini ha in mente». Ma in piena campagna elettorale, lo scorso 10 agosto, ci fu uno scontro Twitter tra i due. «Gente che ci spiega che l’Emilia-Romagna non può essere mai presa a riferimento. Abbiamo difetti e facciamo errori, come tutti, ma se l’Italia assomigliasse un po’ di più all’Emilia-Romagna sarebbe un Paese migliore», aveva scritto il presidente dell’Emilia Romagna. «”Come che FOSSE una colpa”, caro Bonaccini. E sarebbe meglio scrivere “come se”, non “come che”, ma quella è una scelta lessicale. Scambiare “fosse” con “sia” è invece proprio un errore da matita blu. In bocca al lupo, come che sia», gli aveva replicato l’ex pentastellato. A cui non è tardata una risposta di Bonaccini: «Giarrusso quando vuole confrontarsi su lavoro, imprese, scuola, sanità, ambiente, sport, agenda digitale sono qui. Anche sulla cultura. Pensi che due anni e mezzo fa la differenza tra chi ha eletto me e chi ha votato il suo candidato M5s è stata di 51,5% a 3,5%. Tutti scemi?».
August 10, 2022
La accuse sull’inchiesta Mafia Capitale
Ma non solo Bonaccini. Lo scorso 12 giugno, Giarrusso ha puntato il dito contro l’asse Pd-Movimento 5 Stelle in Sicilia perché colpevole di sostenere nel comune di Paternò la stessa candidata sindaca appoggiata anche dalla Dc di Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento. «I tifosi si scatenano SENZA SAPERE DI COSA PARLANO, e senza affrontare la realtà, ma negandola. A questo siamo», aveva commentato sul suo profilo Twitter. In più occasioni poi ha preso di mira il Partito Democratico parlando dei presunti rapporti con Salvatore Buzzi, imprenditore indagato nell’inchiesta Mafia Capitale. «Buzzi era iscritto al Pd e lo rivendicava orgoglioso», scrisse Giarrusso a febbraio 2018. Posizioni che ha preso in passato, ma che tornano a far parlare all’indomani della sua adesione al Pd. E che sta provocando diversi malumori. A partire da Piero Fassino che ancora attende scuse.
June 11, 2022
February 13, 2018
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