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Indagata per favoreggiamento Maria Mesi, l’ex amante di Messina Denaro

30 Gennaio 2023 - 18:33 Redazione
Lei e il fratello sarebbero nuovamente indagati dopo la perquisizione della loro casa a Bagheria

Tra i possibili fiancheggiatori che hanno aiutato Matteo Messina Denaro prima del suo arresto, lo scorso 16 gennaio, ci sarebbe anche il nome di Maria Mesi. Dopo la perquisizione dei carabinieri del Ros nella casa di Bagheria dell’ex amante del boss e del fratello Francesco Mesi, i due sarebbero nuovamente indagati per aver favorito la latitanza di Messina Denaro. Tra gli immobili perquisiti questa mattina dalle forze dell’ordine ci sono anche l’abitazione di via Milwaukee ad Aspra e una casa di campagna riconducibili sempre a Maria e Francesco Mesi. Già in passato entrambi erano stati indagati per aver favorito la latitanza del boss. Per quell’inchiesta, Francesco Mesi patteggiò la pena. Messina Denaro in passato aveva scambiato dei pizzini con Maria Mesi con messaggi tipo: «Sei la cosa più bella che ci sia». Mesi si firmava Mariella o Mari, mentre il boss firmava i messaggi con lo pseudonimo di Tecla. «Avrei voluto conoscerti fin da piccola – scriveva la donna al capomafia – e crescere con te, sicuramente te ne avrei combinate di tutti i colori perché da bambina ero un maschiaccio».

Chi è Maria Mesi

Nelle ricostruzioni degli inquirenti, negli anni della latitanza i due amanti avrebbero trascorso alcune vacanze insieme. Come quella dell’agosto 1995 in un residence a San Vito lo capo del boss Vito Mazzara, mandante dell’omicidio di Mauro Rostagno. Una vacanza trascorsa tra la piccola spiaggia sabbiosa del centro turistico trapanese, le escursioni in mare e la riserva naturale dello Zingaro. L’anno prima, nel 1994, Messina Denaro e Maria Mesi avevano trascorso una vacanza insieme in Grecia, dove lui viaggiò sotto il falso nome di Matteo Cracolici. Nel 2000, Maria Mesi fu arrestata insieme a due persone accusate di essere intestatarie del contratto di affitto di un appartamento in cui Messina Denaro si nascondeva ad Aspra, nel palermitano. La donna fu condannata in primo e in secondo grado per favoreggiamento aggravato alla mafia. La cassazione, però, annullò l’aggravante sostenendo che il rapporto sentimentale con il boss escludesse l’agevolazione di Cosa Nostra. Già in quell’occasione, gli investigatori trovarono diverse lettere d’amore tra Mesi e Messina Denaro.

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