In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAAlbino RubertiElezioni RegionaliLazioPD

Pd Lazio, il ritorno di Albino Ruberti: in attesa di un incarico, l’ex capo di gabinetto scende in campagna elettorale per le Regionali

31 Gennaio 2023 - 18:11 Felice Florio
Il 54enne sostiene il ticket Ciarla-Mattia sul territorio romano. Anche sua moglie è candidata consigliera, ma nel collegio di Frosinone

«Non è l’uomo che sa stare in panchina». «Perché, quando mai avrebbe smesso di fare politica?». «Manda messaggi e affida compiti già da qualche mese». Tra chi si muove negli ambienti del centrosinistra romano, sono in tanti, dentro e fuori dal Campidoglio, a non essere sorpresi dal ritorno di Albino Ruberti nell’agone politico. L’ex capo di gabinetto del sindaco Gualtieri, lo scorso agosto, si è dimesso dopo la pubblicazione del video di una violenta lite, in cui è arrivato a minacciare pesantemente altri esponenti del Partito democratico. Per un paio di mesi dallo scandalo, colui che negli ambienti del Nazareno è conosciuto come er pugile ha aspettato che si calmassero le acque. Poi, il 10 novembre, un fotografo lo immortala al lancio della candidatura di Alessio D’Amato, al Teatro Brancaccio. Il 54enne, passato dal management aziendale all’amministrazione della cosa pubblica, è tornato sulla scena capitolina.

Il giorno dopo, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, fa un’altra apparizione pubblica: è alla presentazione del libro di Goffredo Bettini. Con lui e il deputato Claudio Mancini, Ruberti muove la corrente romana del partito. Insieme, sostengono la candidatura di Eleonora Mattia e Mario Ciarla al Consiglio regionale del Lazio. In un evento della campagna elettorale a Palazzo Pallavicini Rospigliosi, Ruberti è salito sul palco a supporto dei due candidati. Lo scorso 20 gennaio, sempre a favore di fotocamera, l’ex capo di gabinetto ha partecipato alla tavola rotonda di Fondazione Entroterre insieme al ticket Ciarla-Mattia. Anche la moglie di Ruberti, Sara Battisti, è candidata alla Regionali del 12 e 13 febbraio, ma come capolista del Pd nel collegio di Frosinone. Sembrerebbe, però, che Ruberti non si stia spendendo tanto per la sua campagna elettorale quanto stia facendo per Ciarla e Mattia. Er pugile preferisce partecipare a eventi in territorio capitolino.

Roma è il suo ring. Persone informate sulle vicende del Nazareno sostengono che Rocky, altro soprannome affibbiatogli, riceverà presto un nuovo incarico che avrà a che fare con l’amministrazione romana. La quale, in sua assenza, sta scontando una frizione tra giunta e consiglieri di maggioranza del Pd. Un gruppo nutrito ha espresso, più o meno pubblicamente, preoccupazione per il governo della città. Il casus belli? Due assunzioni per chiamata diretta fatte dal Comune e sui quali i consiglieri non hanno avuto voce in capitolo. Si tratta dell’ex deputata del Pd non rieletta Patrizia Prestipino, nominata collaboratrice dell’Ufficio di supporto del sindaco metropolitano, lo scorso 30 dicembre, e Marco Vincenzi, presidente uscente del consiglio regionale del Lazio e, adesso, arruolato come vicecommissario per il Giubileo.

Per alcuni consiglieri Dem di Palazzo Senatorio si tratta di assunzioni strategiche, in vista delle Regionali. Giovanni Zannola, consigliere al secondo mandato, si è scontrato persino con il successore di Ruberti, il capo di gabinetto Alberto Stancanelli. Quando il consigliere comunale gli ha chiesto delucidazioni sul numero di persone assunte dal sindaco e rispettivi curriculum, Stancanelli gli ha risposto di presentare una richiesta formale di accesso agli atti. Di lì, la litigata è finita sulla bocca di tutto il Campidoglio. «Non era un modo di saltare la trafila burocratica – ha spiegato Zannola -, ma per il lavoro di consigliere comunale, per di più della maggioranza, è ovvio che devo accedere agli atti in maniera più semplice». Ad ogni modo, perché le assunzioni di Prestipino e Vincenzi sono considerate strategiche? Perché i due sono entrambi vicini ai candidati Ciarla e Mattia, il ticket su cui investe il tridente di peso del Pd romano, Ruberti, Bettini e Mancini. È una trama di ruoli e posizioni che il Pd capitolino non ha mai sciolto e che vede in Ruberti un nodo ancora fondamentale.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti