Scoperta l’alternativa alla chemio? Una vecchia e falsa storia smentita dalla stessa ricercatrice italiana
Su Facebook circola la straordinaria storia di una donna italiana che sarebbe riuscita a trovare la cura per il cancro senza il ricorso alla chemioterapia. Il suo nome è Roberta Benetti: sarebbe bello se i risultati da lei conseguiti fossero ottimistici come i post lasciano intendere, ma le cose non stanno esattamente così. Vediamo perché.
Per chi ha fretta:
- Circolano da diversi anni alcuni post che affermano come una dottoressa italiana, Roberta Benetti, abbia scoperto una cura contro il cancro alternativa alla chemio e alla radioterapia.
- In realtà le cose non stanno proprio così.
- A smentire l’immediatezza dei risultati è stata la stessa dottoressa Benetti.
- Il portale di oncologi Tumore ma è vero che? scende inoltre nel dettaglio e spiega perché scientificamente è ancora troppo presto per cantare vittoria.
Analisi
«Questa è una donna di cui parlare. Roberta Benetti, la ricercatrice italiana che ha scoperto le molecole che bloccano la proliferazione tumorale e che, aggredendo soltanto le cellule malate, potranno rappresentare l’alternativa alla chemio e alla radioterapia. Visto che i media non lo fanno facciamolo noi: PORTIAMOLA SULLA NOSTRA BACHECA, CONDIVIDIAMOLO TUTTI». Questo testo accompagna la foto di una dottoressa sorridente, ed è stato condiviso su Facebook. In realtà, se «i media» non ne parlano un motivo c’è, e la spiegazione arriva da fonti scientifiche.
Partiamo col dire che la dottoressa Benetti esiste davvero e ha davvero effettuato un prezioso lavoro di ricerca in questo ambito. In un messaggio scritto proprio di suo pugno, tuttavia, puntualizza:
Le notizie che girano in internet recentemente (ma che in realtà fanno riferimento ad una pubblicazione del 2010) si sono amplificate con un sensazionalismo giornalistico incontrollabile che in primis non garantisce il rispetto ai pazienti colpiti da questa terribile malattia. In termini di applicabilità terapeutica lo studio sul miR-335 è ancora molto lontano dalla clinica e nessuno di noi ricercatori si è mai permesso di affermare che possa SOSTITUIRE la chemioterapia. (…) Speriamo davvero di continuare nella direzione giusta ma non siamo assolutamente arrivati al punto di poter promettere nulla.
Il messaggio, pubblicato sul portale Polisemantica – Il mondo in un segno, risale al 2013: la (a questo punto falsa) teoria secondo la quale la dottoressa italiana avrebbe fatto la clamorosa scoperta circola infatti da diverso tempo. La sua ampia diffusione ha reso necessario l’intervento diretto della protagonista della bufala.
Ma se la sua voce non dovesse bastare, una spiegazione dettagliata arriva anche dagli oncologi retrostanti il sito Tumore, Ma è vero che?… Viene premesso che
la ricercatrice italiana, grazie al suo gruppo di lavoro, ha scoperto che una molecola nota come miR-335 assume un ruolo importante nella regolazione della proliferazione cellulare in linee cellulari in laboratorio. In particolare, in un suo lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista Cancer Research nel 2010, è stato riportato come miR-335, una piccola molecola appartenente alla classe dei micro-RNA, sia implicata attivamente nei meccanismi di regolazione della proliferazione e trasformazione neoplastica, modulando attivamente l’espressione del gene della proteina antitumorale pRb e, indirettamente, aumentando anche l’attività antitumorale della proteina p53
Tuttavia, prosegue l’articolo:
il passo dalla ricerca di laboratorio alla ricerca clinica sull’uomo mirata alla sperimentazione di un approccio farmacologico derivante dagli esisti di questi studi su linee cellulari, richiede anni e non è scontato che conduca ad esito positivo: purtroppo, per moltissimi farmaci accade che i promettenti risultati inizialmente ottenuti in laboratorio non siano poi seguiti da risultati altrettanto positivi nei pazienti
Conclusioni
La dott.ssa Benetti ottenuto risultati promettenti con riguardo allo studio dei meccanismi molecolari in grado di arginare la crescita di cellule tumorali in laboratorio. Prima che questa scoperta trovi applicazioni in campo terapeutico, tuttavia, la stessa dottoressa ha specificato che «non è possibile promettere nulla».
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