No! Non è vero che non ci sono prove dell’atterraggio del razzo costruito dalla Blue Origin di Bezos
I tempi cambiano: e così, se una volta la tendenza era mettere in dubbio lo sbarco dell’uomo sulla Luna, adesso le teorie del complotto gravitano attorno alle gite spaziali di Jeff Bezos. Nel luglio 2021, infatti, il fondatore di Amazon è partito verso lo Spazio a bordo di New Shepard, il razzo costruito dalla sua compagnia spaziale Blue Origin. Ma un filmato che riprende l’atterraggio al ritorno ha scatenato i dubbi di qualche utente sui social.
Per chi ha fretta
- Alcuni utenti sui social hanno messo in dubbio il lancio e l’atterraggio del razzo New Shepard, costruito dalla compagnia spaziale di Bezos.
- Ma la teoria sembra avere i tratti del complotto privo di fondamento.
- Le immagini del decollo e dell’atterraggio, al contrario, sono state diffuse da fonti autorevoli, come l’Agenzia spaziale italiana.
Analisi
«ATTERRAGGIO DI BLUE ORIGIN. QUI TOCCHIAMO L’ASSOLUTO. Nessuno ha visto dove è arrivata la capsula, come nessuno ha visto dove è atterrata. Poi accendono le luci; parte il Ciak e gli attori escono dal bidone di metallo posizionato da qualche parte nel deserto, tra applausi e abbracci. Il pelato che vedete è Bezos che porta da casa tarallucci e vino. Ma osservate la totale finzione: sul serio non vedete la presa per il culo? Della serie: sono molto più veri i capelli di Bassetti e il cervello di Burioni! Ho capito che dopo il Covid possono raccontarci qualunque minchiata perché sanno che beviamo tutto, ma non vedere il cartone animato nelle missioni spaziali indica la nostra irreversibilità cognitiva». Questa articolata invettiva è stata riproposta, in maniera del tutto identica, in diversi post su Facebook. Come vediamo sotto il «titolo», la paternità del testo è attribuibile a Marcello Pamio. Un nome già conosciuto: si tratta infatti di un insegnante di nutrizione per le scuole di Naturopatia e scrittore di libri sul «Nuovo Ordine Mondiale», apprezzati dai complottisti.
Quello che sostengono gli utenti, dicevamo, è che non esista alcuna prova dell’avvenuto atterraggio del razzo sulla Terra. Ma questo è falso. Sappiamo innanzitutto che l’approdo sul nostro Pianeta non è avvenuto in un’anonima distesa di sabbia, ma nel deserto del Texas. E bastava leggere la didascalia in alto a sinistra per capirlo: la localizzazione esatta è nella base di lancio di Van Horn, il piccolo comune saltato agli onori della cronaca proprio per essere stato selezionato come uno dei luoghi nevralgici per il lavoro della Blue Origin. Il passaggio di alcune vetture sullo sfondo, in ogni caso, testimonia il fatto che non ci troviamo nella sala di un set.
Diverse riprese garantiscono inoltre l’avvenuto decollo. Come ad esempio quelle contenute in questo video, pubblicato su YouTube dalla pagina ufficiale dell’Asi (Agenzia Spaziale Italiana):
Possiamo vedere dei frame dell’atterraggio, invece, in quest’altro video:
Senza contare, infine, i contenuti pubblicati dal canale ufficiale della stessa azienda, Blue Origin:
Esistono insomma diverse prove, rilasciate da fonti ufficiali come l’Asi, che testimoniano il lancio e l’atterraggio del razzo New Origin. Nei pochi minuti in cui la navicella è rimasta sopra i cento chilometri di altezza c’è stato anche il tempo per tirarsi delle palline da ping pong e cercare di lanciarsi in bocca quelle che sembrano noccioline. Dopo qualche minuto nello Spazio, la navicella di Blue Origin è tornata verso il suolo. La discesa è stata rallentata prima da un paracadute e poi dai retrorazzi. Un viaggio breve dunque: la gita-lampo del plurimiliardario, secondo Oxfam, ha tuttavia inquinato come 1 miliardo di poveri in tutta la vita.
Ciononostante Bezos ha provato a tornare sullo spazio, nel settembre 2022. Il lancio del razzo della nuova missione suborbitale NS-23 del veicolo New Shepard, stavolta, è fallito dopo circa 5 minuti e mezzo. E non c’è stato bisogno di mettere in piedi alcun set cinematografico per dimostrare il contrario.
Conclusioni
La teoria del complotto secondo cui Bezos avrebbe simulato la partenza verso lo spazio a bordo del razzo costruito dalla sua compagnia spaziale non sembra avere fondamento concreto. Al contrario, le immagini del decollo e dell’atterraggio sono state diffuse da fonti autorevoli, come l’Agenzia spaziale italiana.
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