L’ultima tragedia a Lampedusa: la madre si sente male e il bambino le scivola in acqua. Morto anche l’uomo che si era gettato in mare per prendere il piccolo
Una nuova ricostruzione di quanto avvenuto a bordo del barchino soccorso in acque Sar maltesi dalla Guardia costiera italiana restituisce un dettaglio inquietante sulla morte di un bambino migrante. In un primo momento, si era detto che una donna, in preda alla disperazione per la morte di suo figlio di quattro mesi, deceduto a causa del freddo, l’aveva gettato in mare. Un uomo, nel tentativo di recuperare il cadavere del piccolo, si era tuffato in acqua, annegando tra le onde. Anche la madre, poche ore dopo, è morta a bordo dello scafo. In tutto, i soccorritori avrebbero salvato circa 42 persone, mentre i cadaveri trovati a bordo sono otto. Ma le indagine avviate dalla Procura di Agrigento sul naufragio hanno permesso di riscrivere la storia della tragedia. Per incomprensioni legate alla lingua, non si era capito che la donna, in realtà, non ha gettato il corpo del figlio in mare. Piuttosto, la mamma ha perso i sensi. Hanno creduto che fosse svenuta, ma in realtà era morta. A quel punto il neonato, ancora vivo, le è scivolato dalle mani, finendo in mare. È morto annegato nel giro di qualche secondo. I superstiti hanno raccontato che non mangiavano da giorni e che avevano anche terminato l’acqua, tant’è che da diverse ore bevevano acqua del mare. La Procura, con a capo Salvatore Vella, ha disposto l’autopsia sugli otto cadaveri.
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