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Così il Superbonus si trasforma in un tutti contro tutti: «Decine di cause tra condomini e aziende»

06 Febbraio 2023 - 09:07 Redazione
superbonus stop cessione crediti cosa succede
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I primi casi segnalati a Firenze. La corsa all'ecoincentivo ha portato a un boom di contenziosi

Avere la possibilità di ristrutturare tetti o facciate (quasi) gratuitamente è un’opportunità ghiotta sia per i proprietari di immobili che per le imprese edili. E, complice lo stop al Superbonus deciso dal governo Meloni, gli ultimi mesi del 2022 hanno visto una corsa ai permessi e alle autorizzazioni per poter usufruire dell’incentivo prima della scadenza. Come denuncia Repubblica Firenze, però, in alcuni casi l’avvio dei cantieri si è trasformato in un tutti contro tutti, con decine di contenziosi aperti tra architetti, condomini, proprietari di immobili e imprese edili. Silvia Burchielli, presidente di Anaci Toscana, l’associazione di amministratori condominiali, ha commentato così la situazione: «Lo spirito della legge era ottimo, ma la sua realizzazione è stata tortuosa. Io ho diversi contenziosi e, alla fine, nel 50% delle pratiche è stato contattato un avvocato».

I lavori mai iniziati

Le battaglie legali innescate dal Superbonus non si consumano esclusivamente tra condomini e imprese edili. In alcuni casi, a chiedere un risarcimento sono tecnici e progettisti non retribuiti. «Tra i clienti ho architetti che hanno fatto lo studio di pre-fattibilità, indagini urbanistiche. Ma poi quando il condominio si è tirato indietro, abbandonando la pratica, il professionista è stato pagato solo parzialmente», spiega a Repubblica l’avvocato Simone Zerauschek. A bloccare i progetti possono contribuire diverse questioni. Come la scoperta di un vincolo paesaggistico. O un mancato accordo tra i condomini. In questo caso, precisa Zerauschek, le cifre delle dispute legali si aggirano intorno ai 10mila euro. La cifra sale vertiginosamente se si considera invece un altro tipo di contenzioso: quello in cui sono i proprietari di immobili ad andare contro le aziende che hanno avviato i cantieri.

E quelli mai finiti

In questo caso, il problema più comune è legato ai lavori di ristrutturazione iniziati e poi finiti in stallo. Per esempio a causa di problemi nella cessione del credito. «Ho avuto almeno una decina di casi nell’ultimo anno, stanno nascendo in maniera esponenziale», racconta a Repubblica l’avvocata fiorentina Simona Lioi. «Sono spesso conseguenza di una certa approssimazione che c’è stata nei primi mesi. Da fine anno scorso, ci sono state lamentele di condomini che hanno anticipato soldi alle ditte, pagato i progetti. Ma poi il cantiere non è partito. Perché non c’erano materiali o impalcature – spiega la legale -. E chi non ha iniziato o finito i lavori in tempo si è ritrovato poi escluso dal Superbonus. E a dover pagare somme che non immaginava».

Foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO

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