Regionali Lazio, Pd e M5s si presentano divisi. Il centrodestra compatto a sostegno di Rocca
Alle elezioni regionali di domenica 12 e lunedì 13 febbraio tutti gli occhi sono puntati su Lazio e Lombardia. Dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, a causa dell’incompatibilità con la carica di deputato, sono tre i candidati di spicco alla presidenza del Lazio. Si tratta di Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa Italiana e candidato unitario del centrodestra, Alessio D’Amato, per il Pd e il Terzo Polo, e Donatella Bianchi, candidata del Movimento 5 Stelle. A partire favorita è senz’altro la coalizione di centrodestra, che – pur con qualche malumore iniziale – appoggia compatta la candidatura di Rocca. Qualche difficoltà in più nell’area del centrosinistra, con il Partito Democratico che ha scelto di appoggiare l’assessore uscente alla Sanità, Alessio D’Amato, incassando il supporto di Azione-Italia Viva, ma sacrificando l’alleanza con il M5s. Tra i motivi “ufficiali” della rottura tra gli ex alleati di governo c’è anche la questione relativa al termovalorizzatore di Roma, alla cui costruzione i 5 Stelle restano contrari.
Alessio D’Amato (Pd e Terzo polo)
Romano, 55 anni, Alessio D’Amato è noto ai laziali soprattutto per il suo ruolo di assessore regionale alla Sanità della giunta Zingaretti. Buona parte della sua candidatura, infatti, fa leva sulla buona gestione della pandemia e della campagna vaccinale. D’Amato ha una laurea in Sociologia, ottenuta nel 2004, e un master in Peacekeeping and security studies, ottenuto quattro anni più tardi all’Università Roma Tre. Il candidato di Pd e Terzo Polo scende in campo per portare avanti l’eredità di Zingaretti, come testimonia anche lo slogan della sua campagna: «La forza dei risultati». Nel programma di D’Amato si parla soprattutto di trasporto pubblico, sanità e lavoro. Tra le proposte c’è per esempio l’introduzione del «reddito del cittadino in formazione», un’indennità mensile di 800 euro che la Regione vorrebbe assegnare a chi partecipa a corsi di formazione. Sull’energia, il candidato di Pd e Terzo Polo promette di puntare sullo sviluppo di una rete di comunità energetiche rinnovabili, mentre tra le proposte relative alla mobilità c’è la promessa di approvare un abbonamento annuale gratuito ai mezzi pubblici per gli under 25 e gli over 70.
Francesco Rocca (centrodestra)
Il nome su cui il centrodestra ha trovato un accordo è Francesco Rocca, romano classe 1965 ed ex presidente della Croce Rossa Italiana. Un profilo autorevole e rispettato, che ha finito per prevalere su altri papabili candidati, come Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, giudicato troppo divisivo. Rocca, avvocato penalista ed ex militante del Fronte della gioventù, è da sempre vicino agli ambienti della destra romana. Nel 2022, l’allora presidente di regione Storace lo nomina commissario straordinario e gli affida il risanamento finanziario dell’ospedale Sant’Andrea. Un ruolo che Rocca svolge in modo impeccabile, tanto da essere riconfermato anche dalle amministrazioni successive di centrosinistra. Qualche anno più tardi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno lo chiama a dirigere il dipartimento Salute e attività sociali della Capitale. In campagna elettorale, Rocca ha dichiarato di voler «rispondere al grido di dolore di una regione abbandonata» e ha scelto come slogan «Direzione futuro». Nel programma del centrodestra, Rocca promette l’azzeramento delle liste d’attesa negli ospedali entro i primi 12 mesi di amministrazione. Forte attenzione, poi, ai temi della mobilità (con il potenziamento della rete viaria), la valorizzazione della cultura e il rilancio del turismo, anche attraverso il «ritorno dei grandi eventi».
Donatella Bianchi (M5S)
A fare da terzo incomodo nella sfida tra i due favoriti alla poltrona di presidente di regione c’è Donatella Bianchi, candidata del Movimento 5 Stelle e del Polo Progressista. Bianchi, classe ’63, è nota al grande pubblico soprattutto come conduttrice del programma Rai Linea Blu e per essere stata presidente del Wwf Italia dal 2014 al 2019. La promessa di Bianchi, riassunta bene dal suo slogan elettorale, è di portare «aria nuova» in Regione, attraverso una proposta politica di discontinuità rispetto agli ultimi anni e concentrata sul rilancio del tessuto sociale, ambientale ed economico della regione. Tra le proposte contenute nel suo programma, spiccano i temi della transizione ecologica ed energetica, la difesa della sanità pubblica e il potenziamento della rete di trasporti.
Come e quando si vota
I seggi elettorali nel Lazio saranno aperti domenica 12 febbraio, dalle 7 alle 23, e lunedì 13 febbraio, dalle 7 alle 15. Per poter votare, sarà sufficiente presentarsi al proprio seggio di riferimento muniti di tessera elettorale e documento d’identità valido. A differenza delle elezioni amministrative, non è previsto il ballottaggio. A essere eletto, dunque, sarà il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti. È ammesso il voto disgiunto, ossia la possibilità di votare per un candidato presidente e per una delle liste che non lo sostengono. È prevista infine l’alternanza di genere, con la possibilità di esprimere fino a due preferenze, purché di sesso diverso.
Gli altri candidati
Sono cinque in tutto i candidati alla guida della regione Lazio. Si tratta di:
- Alessio D’Amato: Partito Democratico, Lista Civica D’Amato, +Europa-Radicali, Volt, Verdi-Sinistra, Psi, Terzo Polo di Italia Viva-Azione
- Francesco Rocca: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Unione di centro, Civica per Rocca
- Donatella Bianchi: Movimento 5 Stelle, Polo Progressista
- Rosa Rinaldi: Unione Popolare
- Sonia Pecorilli: Partito Comunista Italiano
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