La soddisfazione di Meloni dopo il Consiglio europeo: «Accordo sulle regole per le ong». E su Macron: «Gelo? Lettura provinciale»
E’ «molto soddisfatta» di come è andata la discussione al Consiglio europeo di ieri, la premier italiana Giorgia Meloni. E decide quindi di convocare una conferenza stampa post Consiglio, inizialmente fuori programma. Spiegando le ragioni di questa soddisfazione parla di «protagonismo» dell’Italia che è poi riuscita a inserire, aggiunge il presidente del Consiglio, «7 o 8 proposte»: «Devo ringraziare gli sherpa, ma ha pesato la capacità politica di dialogare con tutti».
L’impegno per l’Ucraina e gli aiuti di Stato
«Credo che l’immagine di compattezza che è stata data ieri è un segnale molto importante», dice inizialmente parlando dell’intervento ieri di Volodymyr Zelensky davanti al Parlamento europeo e poi a margine del Consiglio: «Nelle conclusioni del Consiglio europeo c’è il pieno sostegno alla causa e al popolo ucraino. L’Unione europea intende stare accanto all’Ucraina per tutto il tempo e con tutti gli strumenti che saranno necessari». Il tema degli aiuti di Stato è uno dei più delicati affrontati dal Consiglio europeo e l’Italia ha avuto una posizione prudente, non avendo grandi spazi economici per aiutare direttamente le aziende nazionali: «L’Italia chiede pari condizioni, abbiamo chiesto che l’allentamento delle regole fosse limitato nel tempo. Abbiamo chiesto che la Commissione faccia una proposta per un fondo sovrano dedicato e questo elemento entra nelle conclusioni del vertice»: «La proposta italiana era, oltre a quella del fondo sovrano, la possibilità di una flessibilità sui fondi esistenti. Abbiamo dei fondi gia stanziati: quello che abbiamo chiesto è di utilizzare a pieno queste risorse per concentrarli sulle priorità che abbiamo. E abbiamo chiesto che questo tema rientri anche nella discussione sul patto di stabilità delle decisioni prese».
L’immigrazione
Tema simbolico è poi quello dell’immigrazione e, in particolare, del controllo della rotta del Mediterraneo Centrale e delle regole per le ong che fanno salvataggi in mare. Su entrambi i temi, dice Meloni, sono state ottenute aperture: «L’immigrazione è un tema europeo e deve avere una soluzione europea. Sull’immigrazione non abbiamo mai visto l’attenzione necessaria sulla rotta mediterranea, chiediamo invece una attenzione paragonabile a quella balcanica. La nostra linea è chiara. Prima di agire sui movimenti secondari all’interno dell’Unione bisogna occuparsi di quelli primari, considerando la specificità del confine marittimo e in particolare del Mediterraneo centrale». Soprattutto, dice Meloni, è stato aperto un fronte sulla linea che intende porre regole ai salvataggi delle ong: «Nelle conclusioni viene ripetuto piu volte il tema del framework per i salvataggi in mare e per il rimpatrio dei migranti a livello europeo. Esisteva un gruppo di contatto europeo, ma ad anni era fermo. Ora invece ho posto con “forza” questo tema e ci presenteremo al tavolo del gruppo di contatto per estendere la normativa che abbiamo già approvato agli altri paesi Ue”questa normativa rispetto agli altri paesi».
I rapporti con la Francia
Impossibile evitare il tema dei rapporti con la Francia, dopo l’incontro di due giorni fa a Parigi tra Zelensky, Macron e Scholz e la successiva presa di distanza da parte di Meloni: «Mi sembra che la discussione che leggo sulla stampa italiana sia estremamente provinciale. L’Italia è una nazione abbastanza centrale in Europa da dire quando non è d’accordo. Prima pensavamo che stare in una foto bastasse a dare il nostro protagonismo. Se io fossi stata invitata alla cena a Parigi con Zelensky avrei consigliato di non fare quella riunione perché a noi sull’Ucraina interessa soprattutto dare un messaggio di compattezza: non è facile per nessuno di noi gestire il tema Ucraina con la nostra opinione pubblica. Sul piano del consenso può non essere la soluzione migliore, ma dobbiamo far prevalere quello che è giusto rispetto a quello che è utile. Era politicamente sbagliato: non l’ho condiviso e l’ho voluto dire, in quella foto preferisco non esserci».
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