La Tass riprende la notizia di Berlusconi e sottolinea l’invito «a un nuovo Piano Marshall degli Usa per ricostruire l’Ucraina»
Sono bastati pochi minuti, al Cremlino, per sfruttare le nuove affermazioni di Silvio Berlusconi sul sostegno italiano e occidentale alla causa dell’Ucraina, e reagire di conseguenza. Il leader di Forza Italia aveva detto nel tardo pomeriggio, uscendo dal suo seggio di Milano, che «se fossi stato presidente del Consiglio, a parlare con Zelensky non ci sarei mai andato», tornando a scaricare di fatto proprio sul presidente ucraino la responsabilità della guerra che da quasi un anno insanguina il suo Paese. Anche l’agenzia di stampa russa, la Tass, ha dedicato ampio spazio alla notizia. Su Twitter, ha sintetizzato: «L’ex premier italiano Silvio Berlusconi ha criticato le azioni nel Donbass del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Crede inoltre che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dovrebbe proporre un “Piano Marshall” per ricostruire l’Ucraina». Sul sito internet, l’agenzia di stampa ha evidenziato nel titolo l’esortazione di Berlusconi a Biden a investire tra i 6 e i 9 miliardi per la ricostruzione del Paese.
February 12, 2023
Musica per le orecchie del Cremlino
«Bastava che Zelensky cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e la devastazione del suo Paese non sarebbe avvenuta», è un’altra delle frasi clou pronunciate dal Cavaliere. Musica per le orecchie del Cremlino. Che a stretto giro incassa l’assist. «Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani», ha detto all’Ansa la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, proseguendo: «Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l’Occidente aveva in mente».
La controstoria di Mosca
«La questione – ha aggiunto poi Zakharova – non riguarda l’opinione dei politici italiani, ma quelli che
sono i fatti. E i fatti dicono che per molti anni l’Occidente, in particolare gli Usa, hanno interferito in Ucraina per i loro interessi, non per l’interesse del popolo ucraino. Questo ha creato un’enorme crisi che è precipitata a partire dal 2014, con il secondo movimento di Maidan». Dopo di allora, è la narrazione riferita dalla portavoce del Cremlino, l’Ucraina si è divisa tra «una parte filo-occidentale e un’altra che pensava agli interessi del proprio Paese». «Noi russi – ha affermato ancora Zakharova – abbiamo cercato di attirare l’attenzione dell’Occidente sul fatto che il Paese si sarebbe potuto spaccare se fossero continuate le pressioni occidentali su di esso. Per otto anni abbiamo insistito per l’applicazione degli accordi di Minsk». La portavoce ha sottolineato che questa però non era l’intenzione dell’Occidente. E a questo proposito ha citato recenti dichiarazioni dell’allora cancelliera Angela Merkel e dell’allora presidente francese François Hollande, secondo i quali gli accordi di Minsk furono appunto un modo per dare all’Ucraina il tempo di armarsi e prepararsi a un eventuale conflitto con la Russia.
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