Kadyrov, attentato fallito a un suo fedelissimo: «Volevano ucciderlo con una lettera avvelenata». E insulta Papa Francesco
Hanno tentato di ucciderlo con una lettera impregnata di veleno. Così il comandante delle forze cecene in Ucraina, Apty Alaudinov, sarebbe stato aggredito cinque giorni fa, riuscendo però ad accorgersi subito del pericolo e a salvarsi. A riferire quanto accaduto è il luogotenente di Putin in Cecenia, Ramzan Kadyrov: «Cinque giorni fa è stato avvelenato con una lettera imbevuta di un non meglio specificato agente tossico, ma ora sta bene e sempre non essere in pericolo di vita». A citare le sue dichiarazioni l’agenzia Interfax e la testata indipendente Meduza. Secondo il leader ceceno il generale si sarebbe accorto della sostanza tossica «dall’odore pungente» prendendo così «prontamente delle misure precauzionali disinfettandosi le mani e le cavità nasali». Kadyrov riferisce ancora che «anche gli aiutanti» di Alaudinov «che avevano toccato la busta» avrebbero immediatamente preso le stesse identiche misure, riuscendosi così a salvare. «Tutti gli intossicati sono stati ricoverati in una struttura medica», ha poi aggiunto.
«Il Papa? Troppo vecchio e fuori dalla realtà per essere preso sul serio»
Il comandante ha poi rilasciato dichiarazioni sul Papa e sull’intervista in cui il Pontefice aveva parlato della crudeltà dei ceceni e dei burlati nel conflitto in Ucraina. «Non mi sento offeso dal Papa, è troppo vecchio per poter avercela con lui», ha detto Kadyrov in un’intervista alla televisione russa ripresa dall’agenzia Ria Novosti. «I combattenti sono le persone migliori perché si sacrificano per gli altri ma questo lui non lo può capire», ha continuato. «Ha vissuto tutta la sua vita da qualche parte in un monastero o non so dove, e secondo me ha dimenticato quello che succede nel mondo, cos’è la vita». Lo scorso novembre Papa Bergoglio aveva rilasciato forti dichiarazioni alla rivista America, definendo come «i più crudeli quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i buriati e cosi via». Parole che ai tempi provocarono non poche reazioni, tra cui quelle della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che aveva parlato di «perversione della verità», e dello stesso ministro Sergej Lavrov che invece si era lanciato nell’accusa di «dichiarazioni non cristiane». Dopo le polemiche, erano arrivate le scuse ufficiali del Vaticano nei confronti di Mosca: «La Santa Sede ha profondo rispetto per tutti i popoli della Russia, la loro dignità, fede e cultura, così come per gli altri Paesi e popoli del mondo». Ora a riprendere il discorso è Kadyrov, muovendo accuse direttamente al Pontefice e definendolo troppo vecchio e fuori dalla realtà per essere preso sul serio.
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