Morgan si candida a guidare il prossimo Sanremo: «Quest’anno salvo un solo brano». Chi chiamerebbe per il suo Festival
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Una bocciatura senza appello quella di Marco Castoldi, in arte Morgan, nei confronti dell’ultima edizione del Festival di Sanremo. Sulla scia delle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi, anche il cantautore a Un giorno da pecora su Rai1 si dice totalmente insoddisfatto dal Festival, non riuscendo a guardarne più di due serate: «Tutto l’insieme l’ho trovato stucchevole. Le canzoni fondamentalmente non c’erano, erano carenti da molti punti di vista, soprattutto quello armonico. E senza accordi tutto diventa noioso». A voler proprio salvare qualcosa, Morgan continua ad andare controtendenza e sceglie il brano finito al quartultimo posto della classifica finale: «Forse giusto il pezzo di Anna Oxa aveva un gusto armonico anni ’80». Per tutti gli altri c’è poco o niente da poter apprezzare per l’ex frontman dei Bluvertigo: «I testi in gara mi sono sembrati nulli, scritti da qualcuno che non è un vero autore, non c’era invenzione linguistica, non c’era nulla». E neanche per il podio Morgan ha parole concilianti: «Mengoni figuratevi, era nella mia squadra… la sua canzone l’ho udita ma non l’ho sentita. Un voto? Non è valutabile. Lazza? Non so chi sia, forse quello che somigliava a Macario? Non so, non riesco a distinguerli uno dall’altro».
I nomi di Morgan per il prossimo Festival
Il nome di Morgan è riemerso proprio oggi da Sgarbi, che lo ha immaginato come prossimo direttore artistico del Festival al posto di Amadeus. E l’idea non gli dispiace per niente, magari restando dietro le quinte: «Ha detto una cosa intelligente, mi piacerebbe. Non capisco perché conduttore e direttore artistico debbano esser ricondotti alla stessa figura. Pippo Baudo aveva Sergio Bardotti dietro, ad esempio». Per la conduzione, Morgan avrebbe già il nome in testa: «Piero Chiambretti», che aveva già condotto un Festival da record nel 1997 con Mike Bongiorno e Valeria Marini. Morgan poi ha anche in mente qualche nome per i cantanti in gara, puntando su nomi pesanti della musica italiana: «De Gregori, Guccini, Fossati e poi le nuove generazioni, che non sono per forza quelli delle major, perché la musica è ovunque».
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