Vittorio Sgarbi e Sanremo 2023: «Insignificante, Fedez e Ferragni non sanno parlare. L’anno prossimo vorrei Morgan»
Per Vittorio Sgarbi il Festival di Sanremo è stato «miserabile, insensato, insignificante, infantile. Niente musica né canzoni, non resta in mente nulla». E questo perché «non puoi lasciare la più grande azienda culturale italiana in mano a Presta, Coletta, Amadeus e due capre come Fedez e Ferragni, che non sanno parlare». Gli ascolti record non fanno arretrare il sottosegretario alla Cultura del governo Meloni: «Come se il capolavoro di un grande scrittore fosse tale solo per le copie vendute. Manca un amministratore, un presidente, un direttore di rete. La destra dovrebbe dire “quello che abbiamo visto non era contro di noi, era inadeguato”. Pessimo», dice in un’intervista a La Stampa a firma di Antonio Bravetti.
Mieli alla presidenza Rai
Sgarbi si chiede dov’è oggi un Angelo Guglielmi. Dice che la foto strappata del sottosegretario Bignami vestito da nazista è stato «un attacco infantile. Andrebbe impedito sul piano deontologico dalla Rai. Perché consentire che un uomo di governo sia irriso da Fedez?». Anche Benigni non è adatto alla celebrazione della Costituzione: «Se vuoi celebrarla fallo con Cassese, non con una caricatura». Poi rivela chi vedrebbe bene al Festival il prossimo anno: «Morgan, un ponte fra musica classica e contemporanea. Meglio un vero stravagante come lui che uno finto come Fedez. Per la presidenza Paolo Mieli. Al posto dell’a.d. Fuortes «Corrado Augias, Geminello Alvi, Roberto Andò, Emma Dante, Toni Servillo, Giorgio Montefuschi».
Berlusconi e Zelensky
Sgarbi dà 7 e mezzo al presentatore Amadeus. Che potrebbe fare coppia con Morgan. Invece per Chiara Ferragni il voto è «due. Analfabetismo funzionale. Una inetta. Una capra, goffa. Leggeva dei foglietti in una lingua improbabile che non è l’italiano. Mai visto niente di simile. Sarebbe stata meglio Elly Schlein». Fedez invece «è pessimo ma non un incapace totale come la moglie». Da salvare ci sono anche «Ornella Vanoni e Gino Paoli, due mostri sacri, da dieci. E Al Bano: otto, un presidente della Repubblica di destra». Infine, una battuta su Berlusconi che parla di Zelensky: «Lui è intimamente ammiratore di Putin e quando si sfoga non riesce a trattenersi».
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