Elly Schlein e la sconfitta alle Regionali: «I poveri non vanno più a votare, il Pd deve fare la sinistra»
Elly Schlein, aspirante segretaria del Partito Democratico, parla della sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali in Lazio e in Lombardia. E in un’intervista a Repubblica dice che «se continuiamo a perdere elettori qualcosa vorrà dire. Servono più nettezza e coraggio, il Paese si aspetta questo dal Pd». Nel colloquio con Giovanna Vitale Schlein sostiene che la colpa della sconfitta è «di chi per anni ha inseguito il centro senza accorgersi che si stava perdendo la sinistra. Un intero blocco ociale che ha preferito astenersi anziché votare Pd. Penso che mai come adesso serva una svolta netta. Per rinascere, per risalire bisogna avere più coraggio. Non è tempo di un fotoritocco, di ordinaria amministrazione. Se ci rifugiamo nell’usato sicuro non andremo da nessuna parte. Il Pd deve cambiare tutto ed essere un partito di sinistra che rappresenta chi non ce la fa. Sono rientrata per questo».
La destra che fa la destra
Per la candidata alle primarie «il dato dell’astensionismo è quello che fa più male. Quando ci guarderemo dentro credo si confermerà quanto già visto a settembre. Sono le fasce impoverite a disertare le urne, quelle che non si sentono più rappresentate. Per questo abbiamo bisogno di risvegliare la partecipazione, di una grande mobilitazione collettiva». Il problema è semplice e l’analisi è piuttosto lineare: «La destra è arrivata al governo. Fa la destra – la guerra alle Ong, i favori agli evasori e alle corporazioni, l’isolamento in Europa – poi vince le elezioni. Noi dobbiamo fare la sinistra, non si può essere tutto e il contrario di tutto, sennò non si rappresenta più nessuno. Per sconfiggerli bisogna parlare a quella fascia di elettori che non va più neppure a votare perché non trova ascolto. E sa che non sarà certo la destra di Meloni a emanciparla dai bisogni, come si è visto nei primi 100 giorni di governo».
La piattaforma politica
Schlein spiega la sua piattaforma politica: «Bisogna dire basta. Noi ci batteremo per limitare i contratti a termine. Per non rifinanziare la guardia costiera libica. E per approvare Ius soli e legge Zan. Altrimenti si fa fatica a ricostruire credibilità, soprattutto fra i giovani e le donne che sono rimasti schiacciati nel partito, non solo nella società». E anche se nel voto dei circoli è indietro di venti punti, è ottimista: «In realtà siamo soddisfatti per come sta andando. Quel voto serve per scegliere i due candidati alle primarie. Partendo da outsider a dicembre, al contrario di chi si preparava da anni, penso sia un risultato molto significativo. E la partecipazione che stiamo vedendo è la miglior premessa per una mobilitazione collettiva ai gazebo».
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