Trento, il tribunale che dice sì al cambio di genere a 16 anni: «Ora Valentina è felice»
Valentina, 16enne transgender di Rovereto, si è sempre sentita «una femmina». A 11 anni lo ha detto ai suoi genitori. Anche se il suo documento d’identità diceva che si chiamava Valentino. «Lo mostravo, davo spiegazioni. E c’era anche chi non ci credeva. “Non sei tu”, mi sentivo rispondere. Era tutto doloroso. Così com’era quel documento non lo sentivo mio. Era quello di un altro, che non è mai esistito». Ora, racconta La Stampa, il tribunale di Trento le ha dato ragione. Dando il via libera al cambio anagrafico. Si tratta della prima decisione in Trentino per una minorenne. E così lei, che oggi in classe già risponde all’appello con il suo nome grazie alle Carriere Alias, non dovrà più dare spiegazioni a nessuno. Anche i genitori sono felici. Per loro la piccola si sentiva sempre nel posto sbagliato. Ora non succederà più.
La storia di Valentina
Valentina finiva spesso bullizzata alle scuole elementari. Perché preferiva giocare a pallone con le bambine. Ma loro non la volevano. La madre racconta che prima del coming out «era aggressiva. E all’inizio anche noi abbiamo sbagliato. Quando ci ha chiesto una bici rosa, gliene abbiamo regalata una rossa. Non avevamo ancora compreso. Poi siamo stati fortunati, perché ha capito di potercene parlare». Strada facendo i genitori hanno trovato tanti alleati: «Come l’associazione Agedo, che organizza incontri con altri genitori. E per lei l’ospedale Careggi, a Firenze, dove ha iniziato un percorso che l’ha fatta sentire se stessa. Insieme a loro e alla forza di nostra figlia, abbiamo aperto gli occhi su un modo che non conoscevamo».
Il percorso
Il padre dice che a loro interessa solo la sua felicità: «Il suo coraggio ci ha reso orgogliosi e dato tanto. E siamo diventati combattivi, anche col governo che vuole togliere l’insegnamento di genere». Lei invece ora si sente «più libera di essere Valentina. E soprattutto non sono più sola. A chi deve affrontare lo stesso percorso dico: abbiate la forza di pesare ciò che dicono gli altri». L’avvocato Alexander Schuster, che si è occupato della pratica legale, è felice: «Ormai da 10 anni si affermano le sentenze che riguardano i minori. Anche se spesso arrivano quando sono già maggiorenni. Questa è arrivata a 16 anni per la forte consapevolezza dell’adolescente, che ricordo essere stata confermata da specialisti e rigorosamente valutata all’interno del procedimento».
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