L’abitacolo di Open, Giorgio Mulé: «Dopo le regionali governo blindato. E ora si apre la partita delle nomine»
Giorgia Meloni “ha solo bisogno di prendere qualche tachipirina per risolvere i malanni di stagione. Ma non rischia malanni politici, il governo è più forte di prima”. Lo sostiene Giorgio Mulé partecipando a L’Abitacolo su Open. «Giorgia Meloni è sempre la stessa», continua il vicepresidente della Camera, «ed è lei quando nell’ultimo comizio per Francesco Rocca riassume gli atteggiamenti e la postura che aveva in altre campagne elettorali come è sempre lei quando partecipa al consiglio europeo e sa tenere il punto con Emmanuel Macron. Non è una politica con il vestitino addosso cucito secondo le occasioni». Il governo ora ha davanti a sé la campagna delle nomine di primavera: «e quello è un canovaccio già scritto», ironizza Mulè, «si dirà che questo è amico di quell’altro e così via. Ma venendo dall’esperienza dei governi Conte in cui i compagni di classe diventavano improvvisamente grandi manager cooptati in cda di aziende, peggio di come hanno fatto loro è difficile…». Quanto all’Eni dove la previsione è l’ennesima riconferma del vertice in carica, Mulè spiega: «l’Eni è un ministero, anzi un superministero. Ha Esteri, Economia, ha Energia. Ma chi viene dalle aziende sa che il primo criterio di valutazione di un manager sono i risultati. E i risultati in questo caso non solo di tipo finanziario, ma anche quelli politici per cosa hai saputo dare ai governi e al Paese, sono tutti positivi. Non c’è colore nei manager: se uno è bravo, è bravo. Poi vota come gli pare. Altro è invece se piega le azioni che fa nelle aziende di Stato al suo credo politico. E questo non va bene».
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