Le dieci poltrone di Vittorio Sgarbi: «Dimettermi? Quelli sono voti miei!»
Il professor Vittorio Sgarbi è attualmente sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. Ma è anche sindaco di Sutri. E assessore alla Cultura a Viterbo. E poi pure prosindaco di Urbino, Commssario per le Arti di Codogno, presidente della Fondazione Ferrara Arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gipsotheca del Canova. Per non farsi mancare niente, è anche in tour per uno spettacolo su Caravaggio. Ma ora l’hanno persino eletto consigliere regionale in Lombardia. Un totale di dieci cariche. O poltrone, come si suol dire. Ma non ha intenzione di dare le dimissioni da qualcuna di queste, dice oggi al Corriere della Sera. A Claudio Bozza il critico d’arte rivela che la sua giornata «è una continua sovrapposizione. Oggi mi sono occupato di un problema per un albergo a Napoli, poi di un quadro degli Uffizi, beghe con le sovrintendenze e ho risposto ad almeno 50 telefonate». Dice di dormire dalle 5 alle 10 del mattino «perché la notte a un certo punto la gente smette di rompermi le palle e ho finalmente tempo di leggere e pensare. Al lavoro nessuno fa niente fino alle 11». Il suo segreto per resistere è che «bevo solo acqua gassata e lambrusco. L’ho suggerito io a Berlusconi, che era astemio. Gli è piaciuto e ogni tanto lo beve. Così lo ha inviato a Putin per contraccambiare la vodka». Ma sostiene che non si diventa ricchi con tutti questi incarichi: «Più ne hai e meno soldi prendi. E tutte le presidenze delle Fondazioni sono a titolo gratuito». Ora dovrà dimettersi dal Pirellone per ragioni di incompatibilità (a meno che non scelga di lasciare il Parlamento). Ma non sembra averne tanta voglia: «Che io mi dimetta è tutto da vedere. Quelli sono voti miei!».
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