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Monaco, l’asse Macron-Scholz raccoglie l’appello di Zelensky: «Pronti a un conflitto prolungato in Ucraina». Ma i jet restano tabù

17 Febbraio 2023 - 17:36 Alessandra Mancini
Il cancelliere tedesco e il presidente francese in sintonia alla Conferenza di Monaco dopo l'intervento del presidente ucraino

«Una guerra che riguarda tutti». Ne è certo il presidente francese, Emmanuel Macron, intervenuto alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che riunisce i leader mondiali in vista del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. «Questa guerra non riguarda soltanto europee ed europei ma riguarda l’intero pianeta», ha detto Macron tirando le somme di quanto accaduto dal 24 febbraio scorso, ovvero da quando Vladimir Putin ha preso la fatidica decisione di invadere il Paese. Nel cosiddetto “Davos della difesa”, davanti a un platea di esperti arrivati a Monaco da mezzo mondo, l’inquilino dell’Eliseo si è detto «pronto a sforzarsi» insieme agli alleati e vincere contro «il Golia», per utilizzare le parole del presidente Volodymr Zelensky, che nella giornata inaugurale della Conferenza 2023 ha spronato i partner occidentali a garantire sostegno e compattezza. «Siamo anche pronti a resistere a un conflitto più lungo», ha assicurato Macron. «Non dobbiamo lasciare vincere la Russia: l’unica responsabile di questa guerra». Esiste un solo modo per far tornare la pace in Europa: quel modo è «dare una risposta alla questione russa». Una risposta che ha a che vedere anche con un’apertura al «dialogo, dove possibile», spiega. Tuttavia, questa, per il presidente francese «non è ancora l’ora del dialogo» e nemmeno di sedersi al «tavolo delle trattative». Ma quel momento, è sicuro il presidente francese, «arriverà: ci sono le vie e i mezzi».

Un discorso in linea con quanto detto dal suo alleato, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che durante l’apertura dei lavori ha ribadito (ancora una volta) le preoccupazioni per un’escalation nella guerra. «Abbiamo la preoccupazione che non si arrivi a una guerra fra la Nato e la Russia. Continueremo a mantenere l’equilibrio fra il migliore sostegno possibile all’Ucraina e l’evitare una escalation non voluta. E sono contento e grato del fatto che anche il presidente Biden e molti altri alleati la pensino esattamente come me», ha detto alla platea. Certo che il posto dell’Ucraina sia all’interno di «un’Europa libera e unita», il cancelliere tedesco ha lanciato un appello a tutti gli Stati possessori di carri armati: «Chi può mandare tank all’Ucraina lo faccia adesso» perché «nella politica sulle armi l’Unione europea deve remare nella stessa direzione». Tank sì, ma sull’invio degli aerei da combattimento il cancelliere tedesco è irremovibile: «I jet da guerra non sono all’ordine del giorno», ha ribadito. «Dobbiamo fare in modo che quello che abbiamo deciso funzioni sul terreno. E dobbiamo fare molto di più per fare in modo che altri Paesi si uniscano a noi». 

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