Strage Samarate, Nicolò rivede per la prima volta il padre che voleva ucciderlo: come si è presentato in tribunale
«Vorrei chiedergli perché ha deciso di rovinare la nostra vita. Proverò a parlargli, forse alla prossima occasione». Così, Nicolò Maja, il 24enne e unico superstite della strage di Samarate, parla del padre Alessandro che oggi ha rivisto per la prima volta al Tribunale di Busto Arsizio da quando, il 4 maggio scorso, l’uomo ha ucciso la moglie, l’altra figlia Silvia e ha gravemente ferito lo stesso Nicolò a colpi di martello. «Rivederlo in aula non è stato facilissimo, io l’ho guardato ma non so se lui mi ha visto», ha detto a margine dell’udienza. Il ragazzo, ora in carrozzina per una serie di interventi chirurgici, si è presentato in aula con una maglietta con le immagini della madre Stefania e della sorella Giulia: «perché volevo portarle con me – ha detto Nicolò – mi danno quella spinta…». L’udienza di oggi, venerdì 17 febbraio, è stata – come scrive Corriere della Sera – una sorta di passaggio tecnico nel processo per l’affidamento dell’incarico al perito. Lo scopo è verificare se l’imputato, accusato del duplice omicidio delle due donne e del tentato omicidio del figlio, fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti e se è in grado di stare in giudizio. Entro 60 giorno dovrà essere stilata la perizia che verrà deposita prima dell’udienza già fissata per il prossimo 19 maggio.