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C’è un paese di 100 abitanti che stava per sparire. Tre giovani l’hanno trasformato in fiaba ed è rinato – Il video

18 Febbraio 2023 - 19:34 Simone Disegni
Da quando nel 2017 è stato inaugurato il primo murales, dedicato ad Alice nel Paese delle meraviglie, il borgo di Sant’Angelo di Roccalvecce vive una nuova primavera. Ci siamo stati per voi.

Sant’Angelo di Roccalvecce (VT) – Si chiama Sant’Angelo di Roccalvecce, ed è una frazione del comune di Viterbo, da cui dista circa 25 chilometri. Aveva poco più di cento abitanti, quasi tutti anziani: il suo destino era segnato: quello di diventare l’ennesimo borgo fantasma nelle colline della Tuscia. Non è più così da quando nel 2017 a Gianluca Chiavelli, alla sorella Paola e al cugino Alessandro non viene in mente di fondare una associazione culturale (l’ACAS) per trasformare quel borgo in un libro di favole. Chiede una mano ai pochi cittadini rimasti e ad artisti e artigiani della provincia. E il 27 novembre 2017 nella piazza principale viene inaugurato il primo murales: quello di Alice nel Paese delle meraviglie che porta in mano un orologio che batte le 11 e 27 proprio per ricordare il suo primo giorno di vita.

A disegnarlo è un’artista romana, Tina Loiodice, che dal suo studio di Trastevere è diventata itinerante specializzandosi in murales che adornano molte stazioni ferroviarie di Roma. Ma dopo di lei ne sono arrivate altre, quasi tutte donne anche dall’estero. Biancaneve e i sette nani porta una firma che potrebbe sembrare asiatica: Layla Xing, ma è il nome d’arte di una pittrice tedesca: Lena Hortmann. Poi arriva a Sant’Angelo Violetta Carpino che dipinge su un muro la sua Mary Poppins. E ancora Cecilia Tacconi e Isabella Modanese che affrescano una casa con Hansel, Gretel e la strega cattiva. Ancora Giovanna Alfeo con il suo Albero delle matite, Pinocchio di Alessandra Carloni e tante fiabe raccontate sui muri del borgo da Stefania Capati, Daniela Lai, Lidia Scalzo e altri.

Oggi le storie dipinte su quei muri sono più di 50, e ogni anno ne nasce una nuova. I vecchi del paese avvertono i turisti che arrivano ormai a migliaia nel week-end: «Avete visto quello nuovo, Peter Pan?», e quel borgo che doveva sparire è diventato meta di pellegrinaggi di bimbi e adulti da ogni parte di Italia e spesso anche d’Europa.

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