Superbonus, l’imprenditore che ha fermato i lavori nei condomini: «Stop ai cantieri, così non si va avanti»
Giuseppe Provvisiero è presidente della Secap spa. Si occupa di costruzione e ristrutturazione di immobili. Ha un centinaio di dipendenti e tanti cantieri aperti. Ma oggi in un’intervista al Corriere della Sera rivela di averne fermati alcuni. Quelli del Superbonus. Il decreto del governo Meloni che blocca la cessione dei crediti non gli è andato per niente giù: «Ai condomini dove abbiamo cantieri aperti abbiamo mandato una mail scusandoci e avvertendoli che i lavori si fermano. Tutta la programmazione per l’anno è ferma. La cancellazione della cessione dei crediti fiscali è una cosa gravissima: è stata tolta la possibilità senza prima dare una soluzione alternativa, non si può lavorare cosi».
I cambi continui di regole
Provvisiero spiega che la sua azienda il primo cantiere lo ha fatto partire già nel dicembre 2020. E nel gennaio 2021 era finito. «Noi abbiamo dedicato una parte dell’azienda solo al Superbonus che per tutto il settore edile è stata una grande opportunità e ci ha fatto scoprire un modo di lavorare completamente diverso. Ma non possono cambiare continuamente le regole. in quasi due anni abbiamo avuto 19 o 20 cambi normativi in corsa». Da qui l’annuncio: «I lavori legati alla cessione del credito per ora si fermano, in attesa di avere qualche certezza definitiva. Così non possiamo andare avanti, ogni mattina ci svegliamo con il timore che ricambi tutto un’altra volta». Poi spiega: «In realtà io non ero d’accordo con il Superbonus così come è stato ideato. Penso che l’agevolazione al 110% fosse sbagliata, sarebbe stata meglio una percentuale più bassa ed evitare di drogare il mercato».
Gli abusi del Superbonus
Mentre respinge l’accusa di abusi: «Diciamo che l’aumento dei costi è dovuto ad una serie di fattori. Tanto per cominciare ci sono stati il caro energetico e la guerra che non erano previsti. Poi si arriva da anni di profonda crisi con un settore immobile che si è dovuto quasi ricostruire da zero». Infine, spiega la sua soluzione per uscire dall’impasse: «Il problema è questa continua incertezza. Pensavamo che la modifica del 25 novembre 2022 (il termine ultimo per richiedere l’agevolazione al 110%, ndr) sarebbe stata l’ultima. La cosa che interessa a noi imprese è avere norme chiare una volta per tutte, per avviare una programmazione, questo stop & go fa malissimo a tutti. Serve una visione a lungo termine e capire se in Italia vogliamo una politica industriale oppure no».
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