Primarie Pd, duello tv tra Bonaccini e Schlein: visita in carcere a Cospito da segretari del Pd? Per entrambi la risposta è «no»
Si è concluso il primo round delle primarie del Partito democratico. Il più votato tra gli iscritti è stato Stefano Bonaccini, con quasi il 53% delle preferenze, seguito da Elly Schlein, che si è avvicinata al 35%. I due si sfideranno domenica prossima, 26 febbraio, nell’ultima fase delle primarie che sarà aperta anche ai non iscritti al partito. Questa sera, 20 febbraio, è stato trasmesso su Sky un confronto televisivo tra i candidati a guidare il Nazareno. C’è stata affinità su buona parte degli argomenti. Entrambi hanno detto di auspicare un cambio della classe dirigente come grande obiettivo del post Letta. Entrambi, su uno degli argomenti di attualità più stringente, hanno risposto con un secco «no». La domanda riguardava un’eventuale visita ad Alfredo Cospito in carcere, nelle vesti di segretari del Nazareno. Sia Bonaccini sia Schlein, tuttavia, hanno difeso il «diritto e la libertà» dei parlamentari di andare negli istituti penitenziari per verificare le condizioni delle strutture e dei detenuti all’interno.
Più morbida la posizione di Schlein, rispetto al rivale, sull’invio di armi all’Ucraina: a favore, ma con la consapevolezza che adesso è necessario intensificare gli sforzi diplomatici per raggiungere la pace. Sulla valutazione del governo Meloni, ci sono state alcune scintille. Il presidente dell’Emilia-Romagna ha assegnato un quattro come voto all’esecutivo, aggiungendo: «Non mi permetto di giudicare Meloni, lo hanno già fatto italiani. Se lo dicessi dopo che ci ha battuti alle Politiche e alle Regionali, sfiorerei il ridicolo. Va battuta nelle urne». Schlein ha controbattuto: «Non sono d’accordo con Stefano, bisogna essere estremamente netti con un governo che ha iniziato subito a colpire le persone più deboli, colpendo la carne viva delle persone con la cancellazione del reddito o le scelte sulle pensioni. Non c’è da misurare le critiche». La controreplica di Bonaccini: «Ho dato voto quattro a questo governo, ma la prossima volta voglio vincere non perché parlo male degli altri, ma perché gli italiani ci scelgono, saremo durissimi ma accanto a una critica se sarò segretario, voglio mettere sempre una proposta».
Sul tema del lavoro, Bonaccini ha detto di auspicare al fatto che «il lavoro precario diventi più costoso di quello stabile». Una misura sulla quale Schlein non si è detta d’accordo, piuttosto «si devono solo limitare i contratti a termine e pretendere una riduzione dell’orario di lavoro». Anche il governatore si è mostrato favorevole a una riduzione dell’orario lavorativo. Per quanto riguarda il futuro del Pd, nessuno dei due candidati alla segreteria ha affermato di volere un cambio di nome del partito. Entrambi, invece, hanno espresso il desiderio che i parlamentari vengano scelti attraverso delle primarie. Schlein ha sottolineato la necessità di modificare la legge elettorale, mentre Bonaccini ha posto l’accento sull’errore di non candidare i leader nei collegi uninominali. I due si sono detti propensi alla riproposizione in parlamento del ddl Zan. Chiudendo il duello televisivo, entrambi hanno assicurato che, dopo il voto nei gazebo, si tornerà uniti a lavorare insieme per il nuovo Partito democratico.
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