Superbonus, termina il primo round di incontri a Palazzo Chigi. Si punta sugli F24, Giorgetti: «Sgonfiare bolla da 19 miliardi di crediti»
Dopo la stretta del governo Meloni sul Superbonus, si è sollevato un generale allarme tra cittadini e imprese che hanno contato sull’agevolazione per i lavori su case e condomini. Così, si è reso necessario aprire una serie di tavoli di confronto a Palazzo Chigi per cercare di risolvere i problemi derivati dallo stop della misura varata dal governo Conte due. A cominciare dallo sblocco dei crediti in pancia alle imprese: «La soluzione che noi cerchiamo è sull’intero ammontare dei crediti, 110 miliardi di euro. L’urgenza ora è sullo stock dei crediti che in base alle rilevazioni dell’Agenzia delle entrate fanno riferimento alle imprese del settore edilizio, che hanno l’esistenza ad oggi di 19 miliardi circa di crediti “incagliati”. Lo sforzo che noi facciamo oggi e nei prossimi giorni con i tavoli tecnici è come far sgonfiare questa bolla». Questa è la posizione espressa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sul nodo dei crediti del Superbonus. Insieme a lui, a incontrare i rappresentanti del settore bancario ed edilizio a Palazzo Chigi, c’erano il sottosegretario Alfredo Mantovano e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Cristian Camisa, presidente di Confapi, al termine dell’incontro con il governo ha dichiarato: «Abbiamo chiesto di portare da 4 a 10 la detrazione dei crediti che permetterebbe di evitare il rischio che le aziende li perdano, e abbiamo auspicato che nel mentre si arrivi all’anticipo degli F24, che è una delle ipotesi in campo, si possa attivare un prestito ponte con la cessione dei crediti da parte di Enel e Eni che hanno capienza e hanno la possibilità di prendere questi crediti». Confedilizia, invece, si è detta soddisfatta a metà: «Il ministro ha dato speranza – sulla strada degli F24 -, è un modo per risolvere almeno una parte del problema e per tutti è parzialmente una soluzione, però consente di toccare alcune situazioni e far ripartire qualcosa», ha detto il presidente dell’associazione, Giorgio Spaziani Testa. Più positivi da Ance: «Siamo soddisfatti, abbiamo trovato apertura e grande consapevolezza da parte del governo che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un’apertura all’F24 che era una proposta nostra e di Abi, e un tavolo immediato per il futuro. Il governo è consapevole che le misure vanno prese rapidamente».
La strada indicata dal governo per lo sblocco dei crediti incagliati, dunque, è quella di intervenire attraverso le banche con il meccanismo della compensazione con gli F24. Ecco la nota integrale di Palazzo Chigi a spiegazione di quanto avvenuto durante gli incontri di oggi pomeriggio, 20 febbraio:
Al termine degli incontri svolti oggi a Palazzo Chigi, sentito il presidente Giorgia Meloni, il ministro Giancarlo Giorgetti conferma, unitamente al sottosegretario Alfredo Mantovano, al ministro Gilberto Pichetto Fratin e agli altri esponenti di governo presenti, la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Partendo dal decreto legge approvato lo scorso 16 febbraio, il governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme. Tale situazione, che l’esecutivo Meloni ha ereditato riguardante i cosiddetti “crediti incagliati” (cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire) verrà esaminata al più presto in un tavolo tecnico al quale saranno presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria oggi intervenuti. Nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma. Il governo ribadisce, come già illustrato al termine del Consiglio dei ministri, la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi.
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