Omicidio di Thomas Bricca ad Alatri: le perquisizioni in casa di tre fratelli e del padre
Le indagini sull’omicidio di Thomas Bricca ad Alatri vanno verso una svolta. Gli investigatori, che hanno battuto una zona alla periferia della città, stanno cercando l’arma che ha ucciso il ragazzo. Per questo è stata anche effettuata una perquisizione all’interno dell’abitazione di una famiglia piuttosto nota in paese. E che viene ritenuta, sia dai testimoni che da chi indaga, coinvolta nell’omicidio del 30 gennaio scorso. Mentre non ci sono novità sui due ragazzi gambizzati a Morena e sul possibile collegamento con quanto accaduto in provincia di Frosinone. La perquisizione ha riguardato tre fratelli e un fratellastro. Due di loro sono quelli interrogati nei giorni scorsi dopo che si sono presentati in caserma dai carabinieri. Le loro iniziali sono M.T. e N.T. Anche il padre è stato interrogato.
Il blitz alle “Fraschette”
Il maxiblitz ha visto impegnati i carabinieri nella zona delle “Fraschette”. Un’area dove ci sono ancora i resti di un campo di internamento di epoca fascista. Lì, tra i ruderi dei capannoni, i militari hanno cercato l’arma che potrebbe definitivamente dare l’accelerata decisiva alle indagini. Si tratterebbe, secondo quanto stabilito dai periti, di una pistola a tamburo. Ipotesi compatibile con il fatto che non siano stati trovati bossoli sul luogo dell’omicidio. I carabinieri hanno passato al setaccio l’intera zona anche con l’ausilio di un elicottero e di unità cinofile. Contemporaneamente sono scattate anche le perquisizioni nei confronti di alcune persone ritenute coinvolte con l’omicidio. Sono loro ad essere accusati dai testimoni di quella sera. In particolare a fare i loro nomi è uno degli amici della vittima, Omar. Sui social ha accusato apertamente la famiglia di aver partecipato all’agguato mortale.
Nessun indagato
Secondo quanto si apprende al momento il fascicolo in procura resta ancora senza nomi nel registro degli indagati. Per la famiglia c’è qualcuno che copre il killer. «Le indagini si stanno muovendo nella direzione che tutti pensavamo», dice a Il Messaggero Lorenzo Sabellico, lo zio Thomas. «Ora attendiamo notizie dalle autorità su eventuali indagati dopo le perquisizioni di queste ore. Lo sospettiamo sin dal primo momento. L’agguato è stata una conseguenza delle risse avvenute nei giorni precedenti. Risse alle quali Thomas non ha preso parte». Agli assassini lo zio di Thomas dice: «Costituitevi, tanto prima o poi la giustizia arriva. Costituirsi è l’unico modo per pagare e riabilitarsi con la coscienza. Ma voglio rivolgere quest’appello non solo a chi ha ucciso mio nipote, ma anche chi li ha coperti e li ha spalleggiati nel tempo».
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