Università, la ministra Bernini: «A Medicina fino a un terzo di posti in più»
Aumento tra il 20% e il 30% rispetto allo scorso anno dei posti per medicina, più borse di studio e presìdi di mentoring e counseling per gli studenti in difficoltà. Sono queste le novità di quest’anno per riformare l’accesso alle discipline sanitarie e sulle quali sta lavorando il gruppo di lavoro istituito al Miur con i principali soggetti coinvolti. «Vogliamo che le cose cambino già dal prossimo anno accademico», ha detto la ministra dell’Università Anna Maria Bernini in un’intervista a Repubblica. «Il tavolo tecnico – spiega la ministra – serve a trovare la sintesi tra le diverse esigenze: vogliamo allargare l’entrata a Medicina ma in maniera programmata e sostenibile. Ho chiesto al gruppo di lavoro di fare un’analisi scrupolosa dei fabbisogni reali ed effettivi. Sulla base di primissime stime ipotizziamo un aumento dei posti tra il 20% e il 30% rispetto allo scorso anno».
Borse di studio e presìdi di mentoring e counseling
Sull’imbuto che si crea nel passaggio tra la laurea e le scuole di specializzazione e la necessità di un aumento del numero dei posti disponibili, la ministra Bernini è convinta – spiega al quotidiano romano – che il problema non sia da ricercare nella mancanza di posti, bensì nell’attrattività verso determinate specializzazioni: «Non è una questione di posti, – spiega – ma di attrattività. Oggi registriamo una domanda eccessiva per alcune specializzazioni, mentre altre sono quasi deserte. Con il ministero della Salute vogliamo intervenire su questo». Tra le novità, anche l’aumento della platea degli studenti che nel 2024/2025 potranno beneficiare delle borse di studio. «Con la legge di Bilancio – continua Bernini – abbiamo stanziato 500 milioni per farle crescere. Altri 300 milioni li abbiamo messi per l’housing universitario». E, infine, dopo il caso della ragazza suicida allo Iulm di Milano gli studenti protestano per un disagio che non può essere ignorato: «Nessuna sottovalutazione. Per questo abbiamo pensato di intensificare i presìdi di mentoring e counseling. È una prima risposta, non potrà essere l’unica».
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