Messina Denaro, «tenore di vita altissimo» senza soldi nei covi. L’ipotesi: come riusciva spendere 15mila euro al mese
Proseguono le indagini dopo la cattura del boss Matteo Messina Denaro, attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila in regime di 41bis. Ora, gli investigatori vogliono scoprire chi sono i finanziatori del superlatitante di Cosa Nostra e in che modo i soldi arrivassero a Messina Denaro che riusciva a mantenere «un tenore di vita elevatissimo». Il giorno dell’arresto alla clinica Maddalena di Palermo, infatti, addosso al boss mafioso sono state trovate delle carte di credito riferibili a conti correnti intestati ad alias sui quali, però, non ci sarebbero state disponibilità tali da consentirgli le spese – fino al 15mila euro al mese – abitualmente sostenute. L’ipotesi degli investigatori è che le somme siano state consegnate di volta in volta all’ultima “primula rossa” di Cosa nostra nel covo in cui si nascondeva, a Campobello di Mazara, nel Trapanese. Le indagini si stanno concentrando al momento sulla cerchia stretta dei favoreggiatori storici e della famiglia del capomafia, che avrebbero potuto far arrivare materialmente tutti quei soldi a Messina Denaro. La Procura, inoltre, spiega Ansa, starebbe effettuando indagini anche di tipo patrimoniale per capire se dietro quei finanziamenti ci fossero attività formalmente lecite gestite da prestanome o se i soldi arrivassero dalle estorsioni e da attività illecite.
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