Paulo Dybala interrogato dalla Gdf per l’inchiesta plusvalenze Juventus: «Ora rischia un mese di squalifica»
Il calciatore della Roma Paulo Dybala è stato interrogato ieri dalla Guardia di Finanza in relazione all’inchiesta Prisma che indaga sulle plusvalenze della Juventus. Dybala, che ha lasciato i bianconeri nella scorsa stagione, era stato già sentito dai magistrati per il patto sugli stipendi. «All’inizio la proposta era di rinunciare a quattro mesi di stipendio ma noi non eravamo d’accordo». Poco dopo è uscito il comunicato della Juve che confermava la rinuncia: «Era uscito un comunicato stampa e tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi di stipendio. Ma non che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe». Successivamente l’allora capitano Giorgio Chiellini spiegò nell’ormai famosa chat di squadra che la rinuncia riguardava una sola mensilità anche se le comunicazioni al mercato lasciavano intendere qualcosa di diverso.
L’interrogatorio
Ora è arrivato il nuovo interrogatorio. Che, racconta oggi l’edizione romana di Repubblica, è durato un’ora e mezza. Al centro delle domande i 3 milioni di euro che spettavano al calciatore e come li avrebbe incassati. E questo perché nel frattempo Dybala ha inoltrato una richiesta di risarcimento alla Juventus. Che risale al maggio scorso e che il calciatore voleva perché non gli era stato rinnovato il contratto. Dai bianconeri è arrivata una proposta di risarcimento pari a 3 milioni che la Juventus ha inserito nel bilancio come fondo rischi. La cifra è molto vicina ai 3.783.502 euro che proprio Dybala avrebbe dovuto ricevere dopo la manovra stipendi. Che doveva essere regolata in due tranche. La prima gli sarebbe stata versata nel momento del rinnovo del contratto (poi non avvenuto). La seconda l’avrebbe dovuta ricevere con gli stipendi di gennaio e febbraio 2023.
La seconda carta Ronaldo
È facile ipotizzare quindi che gli inquirenti pensino a un bis della carta Ronaldo. Ovvero quella che assicurava al fuoriclasse portoghese un pagamento anche in caso di cessione a titolo di incentivo all’esodo. La questione degli stipendi dei calciatori della Juventus è però importante perché anche loro rischiano una squalifica. L’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva vieta infatti oltre alle società anche ai calciatori di incassare compensi in violazione delle leggi federali. In questo caso si rischia una squalifica per un tempo non inferiore a un mese.
Leggi anche:
- Juventus, le intercettazioni dell’inchiesta Prisma: «I ragazzetti di Andrea Agnelli non hanno mai mosso un dito»
- Ciro Santoriello: cosa succede al processo plusvalenze dopo il video sull’odio per la Juve. Le ipotesi passo indietro e cambio sede
- Juve, i sospetti di Santoriello su “strane manovre”: «Sconfitta a Madrid, perde il 20% in Borsa e cede giovani mai sentiti a Samp e Genoa» – Il video
- Nel video in cui dice che odia la Juve il pm Santoriello chiese l’archiviazione di un’indagine su Andrea Agnelli e i bianconeri
- Bufera sul pm dell’inchiesta-plusvalenze. Nel 2019 diceva ad un convegno: «Odio la Juventus». Il caso all’attenzione del ministro Abodi – Il video
- La carta e la causa: Cristiano Ronaldo chiede 19,5 milioni alla Juventus
- Il Corriere pubblica la carta di Ronaldo, che rischia di inguaiare la Juventus
- Plusvalenze, i tre filoni d’indagine: cosa rischia la Juventus e la discriminante dell’articolo 31
- «Vi spiego perché gli autogol della difesa Juve sulla manovra stipendi la manderanno in Serie B»