Scontri al liceo di Firenze, i presidi contro Valditara. La difesa per la collega della lettera: «Non si può tacere»
«Non poteva restare in silenzio, facendo finta che non fosse successo niente». Si schiera con la collega il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli, che risponde alle critiche espresse dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara nei confronti della lettera della preside del liceo classico Michelangiolo di Firenze, di fronte al quale pochi giorni fa alcuni membri del collettivo studentesco vicino all’estrema destra Azione Studentesca hanno preso di mira e pestato uno studente che chiedeva loro di non distribuire volantini davanti alla scuola. Il 21 febbraio, la dirigente dell’istituto Annalisa Savino ha scritto una lettera aperta nella quale si legge: «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti». A lei, Valditara ha risposto definendo la lettera «impropria» e «ridicola», poiché, sostiene l’esponente del governo, «non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo», aggiungendo che secondo lui l’Italia sarebbe esente dal pericolo del fascismo.
Il messaggio di Giannelli
Ora alla discussione si aggiunge Giannelli. «Il principio della libertà di espressione garantito dalla Costituzione vale, ovviamente, anche per i dirigenti scolastici», dichiara il presidente dell’Anp. «Immagino – aggiunge – che la preside in questione abbia deciso di intervenire perché i fatti accaduti nei giorni scorsi hanno scosso la comunità scolastica». Insomma, Giannelli prende le difese della dirigente del Michelangiolo e assicura che la lettera rientra nelle sue facoltà. Dovremmo sottrarci tutti alla logica dei dibattiti televisivi che su qualunque questione impongono la separazione netta tra favorevoli e contrari senza entrare nel merito degli argomenti trattati, dice Giannelli, che conclude: «Come ho già avuto modo di dire, la scuola deve rimanere il luogo in cui ci si confronta rispettando le opinioni di tutti».
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