Onu, 141 Paesi per la risoluzione sulla pace in Ucraina: quali hanno votato con la Russia
A un anno dall’invasione russa in Ucraina, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti una risoluzione ufficiale in cui si dichiara «la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite». Il testo del documento non vincolante, come tutti i documenti approvati dall’Assemblea, ma dal forte valore politico, «ribadisce l’impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti» e chiede «la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe».
I Paesi del no e gli astenuti
Sono sette i paesi che hanno votato contro la risoluzione in Assemblea Generale Onu che chiede una pace giusta in Ucraina. Oltre alla Russia i no sono arrivati da Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e, per la prima volta, il Mali. Cina e India sono invece tra i 32 Paesi che si sono astenuti dal voto sul documento. Insieme ai due governi anche quello di Cuba, Pakistan, Angola, Etiopia, Algeria, Sudafrica, Zimbabwe.
La sesta risoluzione
Il documento ricalca le stesse intenzioni della risoluzione approvata già nello scorso anno e su cui oggi l’Ucraina sperava di ottenere un’ampia maggioranza. Si tratta della sesta risoluzione sul conflitto votata dall’Assemblea. L’ultima risale al 14 novembre 2022 quando a votare a favore del testo furono 94 Paesi, con 14 contrari e 73 astenuti. «Più a lungo continueranno i combattimenti, più difficile sarà questo lavoro. Non dobbiamo perdere un attimo, aveva detto poche ore fa il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, appellandosi per «una pace autentica e duratura», basata sul rispetto della «Carta delle Nazioni unite, del diritto internazionale e dei confini nazionali». Anche in questa riunione la Russia ha chiamato a raccolta i propri alleati per un voto a sfavore. La tesi sostenuta è quella di una «guerra per procura» alimentata in funzione anti-russa dal blocco occidentale che ha armato Kiev già prima del conflitto. «L’Occidente ha ignorato le nostre preoccupazioni e ha portato le infrastrutture della Nato sempre più vicine ai nostri confini», aveva detto poche ore fa l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia. «Credere alle accuse contro la Russia è possibile solo ignorando gli otto anni precedenti, durante i quali il regime nazionalista criminale di Kiev è arrivato al potere con l’aiuto dell’Occidente». L’Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuta sottolineando l’unico o obiettivo strategico definitivo, «la pace», dichiarandosi orgogliosa di essere «co-sponsor di questa bozza di risoluzione».
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