G20, Macron non firmerà il comunicato finale senza la condanna a Mosca per l’invasione in Ucraina
Parigi non firmerà un comunicato finale del G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali in corso a Bangalore, che non condanni con parole «forti» la Russia per l’invasione dell’Ucraina. A ribadirlo è stato il ministero dell’economia francese, Bruno Le Maire, durante l’apertura dei lavori nella capitale dello stato indiano meridionale di Karnataka. «Voglio chiarire che ci opporremo a qualsiasi passo indietro sulla dichiarazione dei leader di Bali (riuniti al vertice del G20 a metà novembre, ndr) su questa questione della guerra in Ucraina», dice citato da Reuters. «O utilizziamo la stessa lingua o non firmiamo il comunicato finale», conclude il ministro. La dichiarazione di Le Maire, riporta l’agenzia britannica, arriva alcuni giorni dopo la presunta opposizione da parte di New Delhi di utilizzare la parola «guerra» nel comunicato finale per non irritare Mosca. L’India, infatti, fin dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio scorso, ha mantenuto una posizione di neutralità nei confronti della guerra, rifiutandosi di condannare la Russia per l’invasione e incrementando notevolmente i suoi acquisti di petrolio russo.
L’apertura dei lavori a Bangalore
In mattinata il premier indiano Narendra Modi ha inaugurato con un videomessaggio il meeting a Bangalore dei Ministri alle Finanze dei paesi G20, il primo rilevante evento della presidenza indiana del G20. Nel suo intervento il leader indiano si è detto certo che «il G20 trarrà ispirazione dalla vibrante economia indiana e lavorerà per riportare stabilità, fiducia e crescita nel mondo». Nell’osservare che l’economia mondiale sta ancora soffrendo delle conseguenze della pandemia e delle tensioni geopolitiche, Modi ha detto che «tutto questo ha minacciato la tenuta di molti paesi. Non sarà facile, ma ora sta a voi, paesi membri del G20, rappresentanti delle maggiori economie del mondo, assumere il ruolo di garanti dei sistemi monetari globali». Il premier ha poi continuato sottolineando la necessità di riformare le istituzioni finanziarie globali come la Banca Mondiale: «La fiducia verso queste istituzioni è andata scemando», ha detto, «perché hanno tardato troppo ad autoriformarsi. La popolazione mondiale ha raggiunto gli otto miliardi di persone, ma lo slancio per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile sembra rallentato. È necessario uno sforzo collettivo per rafforzare le banche di sviluppo e affrontare le sfide globali del climate change e dei paesi fortemente indebitati».
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