Maurizio Costanzo e l’attentato mafioso in via Fauro: «Ci siamo salvati per tre secondi e un provvidenziale muretto» – Il video
Era il 14 maggio 1993 quando una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di mix di tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina, esplose in via Ruggero Fauro, vicino al Teatro Parioli di Roma, dove da poco si erano concluse le registrazioni della puntata del Maurizio Costanzo Show. L’obiettivo dell’attentato di stampo mafioso era Maurizio Costanzo, il giornalista, autore, presentatore e conduttore televisivo morto oggi, 24 febbraio, all’età di 84 anni. Costanzo, da sempre impegnato nella lotta alla mafia, al termine delle registrazioni era salito su un’auto assieme alla futura moglie Maria De Filippi. L’attentato fallì, perché i mandanti dell’attacco attendevano un’Alfa Romeo. Ma quel giorno, a causa di uno scambio di turno tra due colleghi del servizio di trasporto privato, Costanzo e De Filippi salirono su una Mercedes. L’esplosione causò il ferimento di 22 persone, oltre alla devastazione dell’intera area circostante. Secondo quanto raccontato da Costanzo stesso nel corso di una puntata di Domenica In nel 2019, fu Totò Riina a indicarlo come un obiettivo da eliminare, «perché aveva rotto i co*****». Maurizio Costanzo più volte parlò in tv dell’episodio. Durante una puntata del Costanzo Show, durante la quale era presente Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo raccontò: «Sono scampato per caso dall’attentato. Gli autori mafiosi sono stati arrestati in primo e secondo grado dal Tribunale di Firenze. Le indagini hanno testimoniato che sono stato pedinato per oltre un anno e mezzo. Per fortuna c’è stato un “conflitto d’interessi” fra Corleonesi e Catanesi su chi doveva avere il “privilegio” (di ucciderlo, ndr). Poi il privilegio lo hanno avuto i Corleonesi. E poi per tre secondi e un provvidenziale muretto qua fuori…sto ancora qua».