Michele Santoro, come nacque la maratona antimafia con Costanzo dopo la morte di Falcone: «Mi ricordò cos’era davvero il nostro lavoro» – Il video
«Non volevo saperne niente di fare uno spettacolo di varietà, quella sera con Falcone morto, gli agenti sterminati, mi sembrava incredibile. Ma lui arrivò nella mia stanza d’albergo dicendo: “È il nostro lavoro”». Così Michele Santoro al Teatro Eliseo racconta di Maurizio Costanzo nel giorno della sua scomparsa. In occasione del lancio della nuova app di Servizio Pubblico, il giornalista ricorda i momenti subito dopo l’attentato a Giovanni Falcone e quello che Costanzo gli insegnò. «Guarda che è il nostro lavoro, quelli che hanno preparato la serata di stasera sono persone che lavorano nel nostro mondo. Se non vieni fuori tu non verrà fuori nessun degli artisti che ci sono. Manderai all’aria tutto il loro lavoro», gli disse tirandolo fuori dalla stanza. «Poi siamo stati insieme anche per la mia folle idea di fare una televisione indipendente. Allora avevo trovato 50 miliardi di vecchie lire. Eravamo insieme con Gino Strada, quando faceva battaglia contro le mine antiuomo e le guerre che non finivano mai, ed eravamo insieme anche negli anni dell’editto bulgaro, quegli anni che i giornalisti di oggi non riescono nemmeno a capire». Santoro va avanti nel ricordo di momenti difficili in cui il giornalista romano gli è stato accanto: «Erano le ultime puntate prima della chiusura forzata della mia trasmissione, mi avevano dato addirittura il doppio conduttore come imperativo categorico, una specie di vigilante. Chiamai lui chiedendogli di fare una doppia conduzione. Lui venne subito, ci siamo divertiti moltissimo». Da qui un video originale di quella conduzione a due in un dialogo sagace e a tratti amaro dei due amici. Ancora prima di quell’occasione fu storica poi la maratona del 1991 a reti unificate in memoria di Libero Grassi, pensata e organizzata proprio da Costanzo e Santoro, con la diretta di Samarcanda dal teatro Biondo di Palermo e quella del Costanzo Show dal Parioli di Roma, impreziosita dalla presenza di Giovanni Falcone.
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