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Scandalizzano gli scatti con la De Filippi davanti alla bara di Costanzo: ma il selfie è ormai strumento quotidiano di molestia collettiva e caduta di civiltà

26 Febbraio 2023 - 23:37 Giampiero Falasca
Meno scandaloso ma altrettanto tossico è tartassare un calciatore alle sette del mattino imponendogli centinaia di autoscatti, fotografare il grande regista mentre lava le mani in bagno o rincorrere sotto l’ombrellone la velina di turno

La notte in cui il selfie smette di essere un innocuo giochino personale e diventa un potente strumento di comunicazione di massa (e di molestia, come spiegheremo in questo pezzo) è quella del 3 marzo 2014, quando alla premiazione degli Oscar la presentatrice Ellen DeGeneres riunisce le star di Hollywood per un autoscatto e trasforma quella foto nell’inizio di un nuovo mondo. Da quel giorno, il selfie più condiviso della storia apre le porte a una nuova abitudine sociale: la foto con la star. Non è l’unico utilizzo dell’auto scatto, i selfie sono diventati un momento che ormai immortalata qualsiasi fase, ricorrenza o incontro della nostra vita, ma è certamente quello più tossico, invadente e corrosivo. Alzi la mano chi non ha chiesto, almeno una volta nella propria vita, a un personaggio famoso di fare una foto insieme. Un gesto apparentemente innocuo e, soprattutto, considerato dovuto. Quei pochi “famosi” che rifiutano lo scatto vengono bollati come maleducati, presuntosi e ingrati.

Chi scrive ha avuto occasione, una mattina, di assistere a un frammento della vita di Francesco Totti in aeroporto. In attesa di imbarcare per un volo, si generò una fila di oltre 100 persone, ognuna armata di cellulare, e il paziente campione ha fatto tutta la trafila del check in sorridendo con degli sconosciuti; la fila è ricominciata dopo il decollo, in aereo, e all’arrivo è stata la stessa cosa. Quella scena mi ha consentito di visualizzare un concetto tanto banale quanto poco chiaro ai maniaci del selfie: non è “solo una foto”, è una forma di molestia pesante, ripetuta e invadente nella vita dei personaggi famosi, che si sottopongono ogni giorno a questa gogna solo per evitare di essere travolti dalle accuse di “tirarsela” troppo. Una perversione tanto molesta quanto inutile – cosa te ne fai di una foto estorta controvoglia a una persona che non ti conosce? – che non conosce sosta neanche davanti alla morte, come abbiamo scoperto in questi giorni quando degli incauti forsennati del selfie hanno chiesto a Maria De Filippi di fare una foto dentro la camera ardente di Maurizio Costanzo.

Da Sassoli a Pelè, la molestia collettiva

Una scena che ha fatto sollevare cori di critiche, tanto compatte quanto smemorate: ci siamo già dimenticati di cosa accadde quando scomparve il povero David Sassoli, con i politici impegnati a farsi i selfie nella camera ardente, oppure la triste scena dei vertici del calcio mondiale impegnati a farsi la foto con la bara di Pelè.  E soprattutto queste critiche non hanno colto nel segno, perché si sono limitate a criticare non tanto la molestia del selfie, quanto – più semplicemente – la scelta del momento in cui è stato chiesto lo scatto. Dimenticando che è meno scandaloso, ma altrettanto molesto, tartassare di foto un calciatore alle sette del mattino imponendogli centinaia di autoscatti, fotografare il grande regista mentre lava le mani in bagno o rincorrere sotto l’ombrellone la velina di turno e così via. Insomma, bisognerebbe cogliere lo spunto da questa vicenda per affermare un concetto: i selfie con i vip sono sempre una forma di molestia collettiva, non ci sono sono selfie buoni e selfie cattivi, e bisogna avviare una campagna di opinione per farla finita con questa abitudine tossica. Può sembrare una piccola cosa, ma ogni forma di maleducazione collettiva genera fenomeni negativi, come dimostrano le foto scattate nelle camere ardenti, che abbassano il livello medio di civiltà di una comunità.  

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POLITICAElly SchleinPDPrimarieStefano Bonaccini

Primarie Pd, Schlein è segretaria del Pd, vince ai gazebo con il 53,8% dei voti

26 Febbraio 2023 - 23:24 Felice Florio
Sono circa 1,2 milioni gli elettori presentatisi nei 5.500 gazebo allestiti in tutta Italia. Alle 23 arriva la comunicazione del Nazareno

Sono bastate tre ore di scrutinio per chiudere la partita. Alle 23 è Silvia Roggiani, presidente del collegio elettorale, a prendere la parola ed annunciare: «Con l’80% dei voti scrutinati, Stefano Bonaccini ha il 46,2% dei voti e Elly Schlein il 53,8%». Poco dopo l’annuncio del Nazareno, il presidente emiliano, si è presentato al comitato: «Ora tocca a Elly indicare la strada, diamole una mano», ha detto nel suo discorso. Qualche minuto più tardi, ha preso la parola Schlein nel suo comitato romano: «È un mandato chiaro a cambiare davvero». Ha ringraziato il popolo democratico, ma anche il suo rivale: «Un saluto caloroso a Bonaccini, a cui faccio i complimenti e ringrazio per il confronto alto e rispettoso».

Risultato netto, dall’inizio dello spoglio

La forbice tra i due si è allargata fin dalla chiusura dei seggi. Solo a metà dello scrutinio è arrivato un risultato in controtendenza. Secondo il conteggio parziale di YouTrend fatto su 209 mila schede, la ripartizione geografica degli elettori era la seguente: Schlein otteneva il 64% delle preferenze nel Nord-Ovest, il 51,7% nel Nord-Est e il 67,7% nel Centro Italia. Il presidente dell’Emilia-Romagna era in testa al Sud con il 57,2% dei voti, nelle Isole con il 51%. Sempre secondo i dati parziali pubblicati da YouTrend intorno alle 22.45, su 224.447 schede visionate, Schlein era in vantaggio con il 50,9%, 113.976 voti, contro il 49,1% di Bonaccini, 110.056 voti.

L’affluenza e le prime evidenze del voto

Secondo fonti del Nazareno, l’affluenza si aggira intorno all’1,2 milioni di elettori. Mentre iniziano a circolare i dati dei primi seggi, sembrerebbe che il divario della prima fase delle primarie, quelle in cui votavano solo gli iscritti – Bonaccini 53% e Schlein 35% – si è assottigliato. Anzi, in diversi territori del Centro-Nord Italia, pare che la “coraggiosa” abbia persino doppiato i voti del presidente dell’Emilia-Romagna. Intanto, al comitato di Bonaccini, è arrivato Dario Nardella: «Il primo elemento estremamente positivo e da sottolineare è l’affluenza. Ci fa capire che il Partito democratico è più vivo che mai. Per quanto riguarda il risultato è molto presto. La partita è aperta, lo spoglio sarà molto lungo. Dai primi risultati stiamo vedendo che è una bella sfida aperta». Se Bonaccini non si presenterà al suo comitato di Casalecchio prima di avere un risultato più definito, Schlein è arrivata poco dopo le 21 nella sede scelta a Roma per seguire lo spoglio. È stata accolta da applausi e abbracci dei suoi collaboratori per l’ottimo risultato che si profila nelle grandi città. Tra i big presenti allo spazio Diamante sulla Prenestina, l’ex segretario Nicola ZingarettiAntonio MisianiPeppe ProvenzanoArturo ScottoFrancesco BocciaMarco FurfaroMichela Di BiaseChiara Braga e Alessandro Zan.

La fiammata iniziale di Schlein, il freno del Nazareno: «I dati che circolano non sono ufficiali»

Fonti Dem riferiscono che Schlein è in vantaggio in Lombardia e a Milano. Anche nei territori di RomaGenovaTorino sembrerebbe in vantaggio la candidata outsider. Più aperta la sfida su Bologna. A oltre un’ora dallo stop al voto, tuttavia, mancano le evidenze dal Sud Italia, dove Bonaccini, sostenuto dagli amministratori locali, dovrebbe fare incetta di voti. Ad esempio, i primi numeri che arrivano dalla Campania, seppure con un margine limitato di schede aperte, vedono Bonaccini viaggiare oltre la percentuale del 60%. Nelle chat di chi segue la tornata elettorale impazzano messaggi, con le schede provenienti da piccoli Comuni fino alle grandi città. Per arginare le speculazioni sull’esito elettorale, fonti della Commissione congressuale del Pd specificano: «I dati che stanno circolando in questi minuti non sono dati ufficiali provenienti dal Pd. La Commissione nazionale comunicherà i dati ufficiali non appena saranno disponibili».

I voti del Sud

Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. L’influenza dei due governatori di Puglia e Campania si fa sentire nelle urne. I primi dati in arrivo dalla Puglia danno Bonaccini in testa con circa il 60% delle preferenze. Anche in Campania è in vantaggio il presidente emiliano, seppure a Napoli città potrebbe arrivare prima Schlein. Ma il bacino elettorale di De Luca fa sentire la sua forza nel salernitano, dove in alcuni comuni Bonaccini tocca addirittura dei picchi del 90%. Dovrebbe andare diversamente in Sicilia: fonti del Pd isolano, con i dati che confluiscono dai seggi alla mano, parlano di Schlein intorno al 60% su scala regionale. A Catania, la deputata viaggerebbe vicino alla soglia del 70%.

La chiusura dei seggi

Stop al voto. Alle 20, nei seggi allestiti per le primarie del Partito democratico si sono chiuse le urne. Lo spoglio è iniziato subito. Dalla Commissione congressuale viene dato quasi per certo il superamento della soglia di un milione di elettori. Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente del comitato di Stefano Bonaccini, lo scrive su Twitter: «Più di un milione di voti alle primarie. Una straordinaria prova di partecipazione democratica e di vitalità». I dati ufficiali sulla affluenza arriveranno intorno alle 21. Un’ora più tardi, poi, le prime evidenze sui risultati dei due candidati. Alle 13, la quota di votanti si era attestata a 598.121. La sfidante del presidente emiliano, Elly Schlein, subito dopo la chiusura dei seggi, ha commentato: «Da stamattina ai gazebo c’è stata la fila, anche dove pioveva. La comunità democratica sta dando grande prova di democrazia in un momento di alto astensionismo elettorale». Nell’attesa delle prime evidenze, intanto, al comitato di Bonaccini, allestito presso la Casa del popolo di Casalecchio di Reno, vengono offerti ai presenti piatti di tagliatelle al ragù. Il presidente dell’Emilia-Romagna dovrebbe presentarsi solo quando si avranno indicazioni ufficiali sul vincitore delle primarie.

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Usa, l’allarme del direttore della Cia: «Il programma nucleare dell’Iran sta avanzando a un ritmo preoccupante»

26 Febbraio 2023 - 22:57 Redazione
«La cooperazione militare tra Mosca e Teheran si sta muovendo verso una direzione molto pericolosa», ha continuato William Burns intervistato dalla Cbs

«Il programma nucleare iraniano sta avanzando a un ritmo preoccupante». Così il direttore della Cia William Burns lancia l’allarme durante un’intervista alla Cbs su «un’escalation nella cooperazione militare» tra Mosca e Teheran. Secondo il capo dell’Agenzia di intelligence Usa «all’Iran bastano solo poche settimane per arrivare ad arricchire l’uranio al 90% e oltre, ovvero al livello di arma atomica». Burns ha spiegato poi che «l’Iran è ancora molto lontano in termini di capacità di sviluppare effettivamente un’arma», affermando anche che i progressi nell’arricchimento e nei sistemi missilistici «stanno crescendo ad un ritmo preoccupante». Secondo quanto riferito dalla Cia un altro motivo di preoccupazione per gli Stati Uniti è la collaborazione militare tra Mosca e Teheran: «Da una parte la Russia sta valutando l’invio di aerei da combattimento in Iran. Dall’altra Teheran continua ad inviare quantità sempre maggiori di armi a Mosca per la sua guerra in Ucraina». La cooperazione tra i due Stati «si sta muovendo rapidamente in una direzione molto pericolosa», ha avvisato Burn . «Ciò crea rischi evidenti non solo per il popolo ucraino, e ne abbiamo già visto le prove, ma anche rischi per i nostri amici e partner in tutto il Medio Oriente». Lo scorso 17 luglio era stato il presidente del Consiglio strategico per le relazioni internazionali Kamal Kharrazi ad annunciare: «L’Iran ha le capacità tecniche per realizzare una bomba nucleare». Dichiarazioni che erano sembrate una risposta a quelle di Biden sull’intenzione di impedire all’Iran l’acquisto di ordigni nucleari.

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POLITICAElly SchleinItalia VivaMaria Elena BoschiPDPrimarieTerzo polo

Primarie Pd, Boschi “vede” la vittoria di Schlein e scommette sulla fuga degli elettori: «Stagione interessante per i riformisti»

26 Febbraio 2023 - 22:41 Redazione
La deputata ed esponente di Italia Viva punta sull'idea che se il Pd si spostasse a sinistra, l'area centrista crescerebbe nei consensi

Maria Elena Boschi scommette sulla vittoria di Elly Schlein, alla luce dei risultati parziali delle primarie del Partito democratico, che continuano ad affluire alla spicciolata ma segnando sempre il vantaggio della candidata italo svizzera. Le parole di Boschi non sono quelle di una sostenitrice o simpatizzante, ovviamente. Al contrario la deputata e tra i leader di Italia Viva, si sbilancia subito nel far intendere che se sarà la candidata più di sinistra a guidare il Pd, lo spostamento dei dem aprirà ampi spazi per l’area di Azione-Italia Viva: «Penso che da domani nella politica italiana cambieranno molte cose. Si apre una stagione molto interessante per i riformisti», scrive.

Dal punto di vista degli equilibri elettorali infatti, se Schlein vincesse diventerebbe difficile ipotizzare un’alleanza con Azione-Italia Viva, tanto più che la candidata ha molto battuto sulla differenza tra la sua idea di Pd e quella portata avanti da Matteo Renzi quando guidava il Nazareno. Schlein, del resto, eletta con il Pd al parlamento europeo, scelse di fondare Possibile con Pippo Civati proprio durante la segreteria di Renzi.

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Naufragio di Cutro, l’accusa del soccorritore: «Quei migranti potevano essere salvati»

26 Febbraio 2023 - 21:58 Redazione
Orlando Amodeo, medico soccorritore a Crotone ed ex dirigente medico della polizia, ha criticato la versione ufficiale sull'impossibilità di intervenire prima per le condizioni del mare

Orlando Amodeo, medico soccorritore a Crotone e per lunghi anni dirigente medico della polizia di Stato, lancia accuse forti sul naufragio di oggi al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Quei migranti potevano essere salvati. Non è vero che le condizioni del mare, come dicono Interni e fiamme gialle, rendevano impossibile avvicinare la barca dei migranti. Noi abbiamo imbarcazioni in grado di affrontare il mare anche a forza 6 o forza 7. Io sono salito a bordo di quelle imbarcazioni, qui in questi anni, e abbiamo compiuto salvataggi in condizioni simili». Amodeo lo ha detto in diretta a Non è l’Arena di Massimo Giletti su La7. «Perché ancora chiacchieriamo su questo? La vita è sacra per tutti, basta con i porti chiusi, i porti aperti, il blocco navale, lo sblocco navale», ha aggiunto Amodeo, «bisogna aiutare queste persone a venire qua con delle navi e con degli aerei: gli scafisti li inventiamo noi, se Italia ed Europa diventassero più umane non ci sarebbero più scafisti e queste tragedie non esisterebbero più».

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Naufragio di Cutro, il duro messaggio del ministro Piantedosi: «Non dovevano partire»

26 Febbraio 2023 - 21:50 Redazione
«Di fronte a tragedie di questo tipo non credo che si possa sostenere che al primo posto ci sia il diritto o il dovere di andare via», ha detto il ministro dell'Interno

«L’unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi commenta la tragedia nel naufragio di centinaia migranti sulle rive di Cutro, nel Crotonese. Il barcone già da diverse ore lottava contro acque molto agitate: si è spezzato in due provocando la morte di almeno 59 vittime. «Non ci possono essere alternative», ha continuato il ministro al termine dell’incontro con i rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine della provincia di Crotone svoltosi in Prefettura, «di fronte a tragedie di questo tipo non credo che si possa sostenere che al primo posto ci sia il diritto o il dovere di partire e partire in questo modo». Il punto tenuto fermo da Piantedosi per tutto l’intervento è dunque sulla decisione dei migranti di allontanarsi dalla loro terra: «Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo chiedere io al luogo in cui vivo, ma cosa posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso». Poche ore fa la dottoressa Laura De Paoli ha diffuso il racconto dei soccorsi operati in mare ai naufraghi di Cutro. «Abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque, abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo. Purtroppo il piccolo era morto».

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Primarie Pd, il clamoroso dato di Genova letto da David Parenzo a In Onda: i due candidati vanno oltre il 100% dei votanti

26 Febbraio 2023 - 21:38 Redazione
Dai gazebo del capoluogo ligure arrivano dei dati molto particolari

Dopo l’arrivo dei primi risultati, non ancora ufficiali, delle primarie Pd che vedono Elly Schlein, e Stefano Bonaccini sfidarsi per la segreteria del partito, il sentore che il risultato potesse risultare qualche sorpresa c’era. Ma non fino a questo punto. Durante lo speciale In Onda sul voto, David Parenzo legge i risultati dei gazebo di Genova. Schlein si attesta al 70.23 per cento delle preferenze, e Bonaccini, pur staccato di svariati punti, arriva al 33.39 per cento, per un rotondo 103.62 per cento totale. Un risultato ben oltre le aspettative, anche della matematica.

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Pallavolo, Mattarella va a schiacciata: accoglienza da stadio alla finale di Coppa Italia – Il video

26 Febbraio 2023 - 20:54 Redazione
Dal Palazzo dello Sport di Roma iI presidente della Repubblica ha assistito al match tra Trento e Piacenza tra applausi e ovazioni

Un mare di applausi ha accolto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella presente sugli spalti del Palazzo dello Sport di Roma per assistere alla finale della Coppa Italia di pallavolo maschile di Serie A1. Un’accoglienza calorosa a cui il presidente ha risposto con saluti e sorrisi. Il silenzio ha preso il posto delle urla festanti quando le prime note dell’Inno di Mameli hanno invaso lo stadio. Insieme a giocatori e tifosi, Mattarella ha cantato l’inno nazionale per poi seguire il match tra Trento e Piacenza. Sceso sul campo del gioco a fine partita, si è complimentato con le due squadre e stretto la mano ai vincitori del Piacenza, consegnando il trofeo al capitano Antoine Brizard.

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Naufragio di Cutro, il racconto del medico che ha soccorso i migranti: «Due uomini tenevano in alto un bambino di 7 anni, ma era già morto»

26 Febbraio 2023 - 19:59 Redazione
La dottoressa Laura De Paoli della Fondazione Cisom è intervenuta a supporto della Guardia costiera. «I cadaveri galleggiavano ovunque»

«Quando siamo arrivati sul punto del naufragio abbiamo visto cadaveri che galleggiavano ovunque ed abbiamo soccorso due uomini che tenevano in alto un bimbo. Purtroppo il piccolo era morto». Il racconto straziante arriva dalla dottoressa Laura De Paoli, medico della Fondazione Cisom Cavalieri di Malta a supporto della Guardia costiera per gli interventi di soccorso in mare che ha tentato di soccorrere i migranti di Cutro, nel cotronese, vittime del terribile naufragio avvenuto all’alba del 26 febbraio. Il barcone con 250 persone a bordo non ha retto al peso eccessivo del carico, spezzandosi in due e provocando almeno 59 vittime, tra cui bambini. «Abbiamo visto i due che tenevano in alto un bambino e siamo riusciti a recuperarli», continua De Paoli, «erano il fratello e lo zio del bambino che, però, era senza vita. Abbiamo provato a rianimarlo ma aveva i polmoni pieni d’acqua. Aveva 7 anni». La dottoressa, con una lunga esperienza in soccorsi in mare, era sulla motovedetta della Capitaneria di porto di Crotone intervenuta nell’immediatezza. «C’era mare forza 3 o 4, era difficile avvicinarci. La barca dei migranti era già a pezzi sulla spiaggia e noi avevamo intorno tanti cadaveri galleggianti». La motovedetta con i due superstiti è poi rientrata al porto di Crotone. «Io ho fatto soccorsi in mare, anche quello con la nave Prudence», racconta ancora il medico, «ma sempre salvataggi senza morti. Questa volta è stata devastante».

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Primarie Pd, la Casa dei Popoli di Casalecchio attende l’arrivo di Bonaccini. La sfidante Schlein spera nell’affluenza alta – Il video

26 Febbraio 2023 - 19:49 Felice Florio
A pochi minuti dalla chiusura dei seggi, dallo stesso comitato dove il presidente dell'Emilia-Romagna festeggiò la vittoria del 2020

La Casa dei Popoli di Casalecchio di Reno è un luogo simbolico per Stefano Bonaccini. Qui, il 27 gennaio 2020, l’attuale presidente dell’Emilia-Romagna stabilì il quartier generale di quelle elezioni regionali. Il centrosinistra riuscì a respingere l’avanzata del centrodestra, in forte crescita persino nella rossa Emilia-Romagna. Come allora, anche in questa tornata elettorale non è scontato un esito favorevole a Bonaccini. Anzi: per la prima volta, la segreteria è sembrata davvero contendibile nell’ultima fase delle primarie del Pd. Il presidente dell’Emilia-Romagna è sempre stato favorito nei sondaggi, ma il consenso intorno alla sfidante Elly Schlein è cresciuto via via che ci si avvicinava all’ultima fase delle primarie, quella del voto nei gazebo. Ne sono stati allestiti circa 5.500 in tutta Italia. Alle 13, la prima vera sorpresa delle primarie, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai vertici del Nazareno: quasi 600mila persone si sono recate ai seggi. L’affluenza non è crollata, come si temeva, e si dovrebbe superare la soglia psicologica del milione di votanti. In molti ritengono che la forte partecipazione potrebbe aiutare Schlein, ma è inutile addentrarsi in previsioni: se la forbice tra i due candidati non sarà sottile, entro le 21 dovrebbe emergere con chiarezza il nome del successore di Enrico Letta. Solo quando il risultato sarà definito dovrebbe presentarsi qui Stefano Bonaccini, nella speranza che a tre anni e un mese esatto dalle elezioni regionali la Casa dei Popoli di Casalecchio continui a portargli fortuna.

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Totò Riina, a Non è l’Arena l’audio e il video che aprono un giallo sulla cattura del super boss

26 Febbraio 2023 - 19:03 Redazione
Massimo Giletti anticipa i temi della serata: il materiale che verrà fatto ascoltare si scontrerebbe con quanto finora noto sugli appostamenti dei Ros

Massimo Giletti torna a occuparsi di mafia a Non è l’Arena nella puntata di domenica 26 febbraio e lo fa con dei materiali che, stando alle anticipazioni del conduttore televisivo, aprirebbero un giallo sulla cattura di Totò Riina, avvenuta la matitna del 15 gennaio 1993 dopo circa 25 anni di latitanza del boss corleonese. «Vi faremo ascoltare un filmato e un audio che pongono nuovi interrogativi sull’arresto di Totò Riina e quello che circonda uno dei tanti misteri della mafia», spiega lo stesso Giletti sui social, «vi porterò all’interno di questo comprensorio, siamo nel cuore di Palermo, questa è via Bernini e proprio in una di queste ville c’era il covo di Totò Riina. Fino a oggi sapevamo che i carabinieri erano nascosti all’esterno, in quel van chiamato Balena, e dentro c’erano gli uomini dei Ros che filmavano quello che accadeva. Ma l’audio e il video di questa sera raccontano forse un’altra storia».

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Enzo Iacchetti ricorda l’attentato a Costanzo: «Era cambiato ma non ne parlava mai, non voleva essere trattato da eroe»

26 Febbraio 2023 - 18:43 Redazione
«Dentro di lui non c'era più la solita serenità ma non lo dava a vedere: a se stesso ha sempre pensato poco», ha raccontato il comico durante lo speciale di Verissimo

Enzo Iacchetti parla del suo amico Maurizio Costanzo, di quelle caramelle che era solito portargli ogni volta che lo chiamava per incontrarsi nello studio dei Parioli, del grande affetto che lo legherà per sempre al grande giornalista scomparso lo scorso 24 febbraio. «Lo ringraziavo per tutto quello che riusciva a darmi nei nostri dialoghi, gli dicevo “Tu mi dai tanto” e lui mi rispondeva “Tu mi ridai troppo”», racconta il comico e attore durante lo speciale di Verissimo su Canale 5, «una persona che ti risponde così vuol dire che ti ama tanto». Il ricordo torna anche a uno dei momenti più difficili della vita di Costanzo: «Parlammo anche dell’attentato di mafia, in quel periodo c’era molta tensione, ricordo i comici che andavano lì. Ma lui era un po’ cambiato, giustamente, perché sei vivo per miracolo. Noi eravamo allibiti, quando mi chiamava e diceva “vieni”, sapevo che dentro di lui non c’era quella serenità solita. Per un periodo è stato così ma non ne abbiamo mai parlato e non credo ne parlasse, perché non voleva mai essere mai trattato come un eroe, ma credo neanche adesso, faceva talmente tante cose utili agli altri, non credo che abbia pensato mai molto a se stesso».

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