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Naufragio a Steccato di Cutro, fermato il sospetto scafista: sale a 59 il numero delle vittime accertate

26 Febbraio 2023 - 14:40 Gianluca Brambilla
Il barcone era partito quattro giorni fa da Izmir, in Turchia. Questa mattina la telefonata di emergenza alle autorità calabresi

Sono 59 le vittime accertate finora in seguito al naufragio avvenuto questa mattina a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Di queste, quarantasei sono state trovate sul posto, altre tre sulla spiaggia di Botricello, nel catanzarese. Altre otto a Le Castella di Isola Capo Rizzuto e una a Crotone, dove è stata portata la salma dopo il ritrovamento. Le autorità, però, temono che il bilancio potrebbe essere di almeno 100 morti. Alle prime luci dell’alba, un barcone carico di migranti si è spezzato e rovesciato in mare, probabilmente a causa della violenza delle onde. Secondo alcuni superstiti sarebbero state circa 180 le persone a bordo. Per altri, molti di più: almeno 250. Tutto ciò che resta del barcone è un ammasso di legni, che si è depositato a riva dopo il naufragio. Ancora non è chiara l’esatta dinamica dei fatti. Secondo le prime ricostruzioni, pare che siano due i fattori che hanno portato al naufragio: da un lato, il sovraccarico del barcone; dall’altro, la violenza del mare – questa mattina piuttosto agitato – che avrebbe spezzato in due l’imbarcazione a una decina di metri dalla riva. Nel primo pomeriggio, i carabinieri e la guardia di finanza hanno sottoposto a fermo un uomo, sospettato di essere lo scafista del barcone naufragato. Si tratta di un cittadino turco, la cui posizione è ora al vaglio della magistratura. Tra i relitti dell’imbarcazione sarebbero stati trovati anche i documenti di un altro soggetto, che al momento non è stato rintracciato e che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere fuggito o essere rimasto vittima del naufragio.

La ricerca dei dispersi

Sul posto sono intervenuti questa mattina i soccorsi della Capitaneria di porto e la Guardia Costiera, all’opera sia con alcune motovedette SAR classe 300, provenienti da Crotone e Roccella Jonica, sia con un elicottero della base aerea di Catania. A complicare le operazioni di soccorso e individuazione dei naufraghi ci sono anche le condizioni meteo particolarmente avverse. Dalle prime ricostruzioni, sarebbero circa un’ottantina i superstiti che, impossibilitati a chiamare i soccorsi, sono riusciti a sfidare le onde e raggiungere la costa a nuoto. In tarda mattinata, la Guardia Costiera ha recuperato 59 corpi, tra cui molti bambini e un neonato di pochi mesi. Secondo le autorità sono ancora tanti i dispersi. Per questo, nelle prossime ore, le ricerche continueranno anche con l’impiego di una squadra di sub proveniente da Messina. I soccorritori, però, ritengono improbabile che possano esserci ancora persone in vita disperse in mare. La ricerca, dunque, dovrebbe essere finalizzata più che altro al recupero dei cadaveri. Nella prefettura di Crotone, nel frattempo, è stato attivato il Centro coordinamento dei soccorsi. I superstiti del naufragio, ancora sotto choc, saranno ospitati nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Trenta di loro, però, saranno prima trasferiti in ospedale dove potranno ricevere tutte le cure di cui hanno bisogno.

La chiamata alla Guardia di Finanza

Le autorità hanno fatto sapere che le vittime del naufragio di questa mattina provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. La loro imbarcazione – un caicco in legno – è partita quattro giorni fa da Izmir, in Turchia, e ha seguito la cosiddetta «rotta turca», una delle più battute del Mediterraneo. Ieri sera un aereo di Frontex, in pattugliamento a circa 40 miglia dalle coste italiane, ha individuato il barcone e fatto scattare i soccorsi. Le condizioni proibitive del mare, però, hanno costretto i pattugliatori della guardia di finanza a tornare a riva. Questa mattina, poi, intorno alle 4, è arrivata una telefonata al reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia. A causa di un inglese poco comprensibile, gli agenti non sono riusciti a farsi spiegare i dettagli di ciò che stava avvenendo a bordo dell’imbarcazione. Gli operatori della centrale operativa, però, hanno subito intuito che potesse trattarsi di un naufragio e hanno allertato i soccorsi.

Foto di copertina: ANSA/ GIUSEPPE PIPITA

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