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Coppa del Mondo di sci, Sofia Goggia vince la libera e cita Costanzo: «Ho fatto una discesa con i baffi». Brignone seconda

26 Febbraio 2023 - 13:48 Redazione
Sotto la neve incessante seconda l'italiana Federica Brignone, terza la francese Laura Gauché

Nell’unica prova fatta era caduta alla quinta porta. Ma in gara è stata un’altra storia per Sofia Goggia. Nella discesa libera della Coppa del Mondo di sci recuperata oggi a Crans Montana in Svizzera, la campionessa olimpica bergamasca è arrivata prima e non può nascondere la soddisfazione. «Come direbbe qualcuno scomparso recentemente, ho fatto una discesa con i baffi» ha dichiarato a gara terminata citando Maurizio Costanzo, morto venerdì all’età di 84 anni. Dietro di lei un’altra italiana Federica Brignone, reduce da un mondiale stellare e oggi a 15 centesimi secondo dal suo primo successo nella specialità. Sul gradino più basso del podio la francese Laure Gauché. Per Goggia è la 22esima vittoria in Coppa del Mondo in carriera, anche se a Meribel ha faticato. «Per me non sono state giornate facili. Non solo per la lunga attesa, non facile da gestire – ha detto ai microfoni di Rai Sport Goggia – ma anche perché nell’unica prova, con condizioni di fondo completamente diverse da quelle di oggi, sono caduta dopo sole cinque porte». Goggia si è poi congratulata con Brignone, con lei protagonista di una doppietta sotto la neve copiosa: «Sapevo che su questa pista molto tecnica e con questo fondo diventato duro per il freddo, una che che avrebbe potuto battermi sarebbe stata proprio Federica. Ma sono riuscita però a fare un po’ meglio di lei l’ultimo tratto prima del traguardo».

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POLITICAElly SchleinPDPrimarieSandro Ruotolo

Primarie Pd, Sandro Ruotolo annuncia il suo voto a Schlein ma sulla sua scheda c’è qualcosa che non va

26 Febbraio 2023 - 13:30 Redazione
Il giornalista ed ex senatore di LeU vota con una tessera che riporta il suo nome scritto in modo sbagliato

Tra le migliaia di persone che oggi partecipano all’ultimo giorno di votazioni per le primarie del Partito Democratico c’è anche Sandro Ruotolo, giornalista ed ex senatore di Liberi e Uguali. Ruotolo ha pubblicato su Instagram la sua registrazione alle primarie dove guida la mozione a sostegno di Elly Schlein nella sfida diretta con Stefano Bonaccini. «Ebbene sì, catapultato alle 8 di mattina nella provincia di Salerno come rappresentante della mozione Elly Schlein. Ho già votato e la frase più bella che ho raccolto è che bisogna battere il “partito dei clienti”», ha scritto Ruotolo sui social. Ai suoi follower, però, non sfugge un dettaglio: sulla tessera il suo nome è scritto male, «Alessadro». Un particolare, certo. Ma che potrebbe facilitare un broglio, nel caso qualcuno si ripresentasse per votare con lo stesso nome ma scritto in maniera corretta. Nelle scorse settimane, in diverse città era scoppiato un caos su presunte tessere sospette. A Sessa Aurunca, per esempio, in provincia di Caserta, erano spuntate in poche settimane 1.050 iscrizioni online, mentre i dem alle elezioni politiche di settembre avevano ottenuto in tutto 1.200 voti.

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ESTERIFumettiInformazioneRazzismoUSAVideoWashington Post

«Ai bianchi dico di stare alla larga dai neri»: la frase razzista dell’autore di Dilbert che ha fatto cancellare il suo fumetto dal Washington Post – Il video

26 Febbraio 2023 - 13:20 Antonio Di Noto
L'accusa: ha incoraggiato la segregazione razziale

È scandalo negli Stati Uniti sul creatore del fumetto Dilbert. La striscia è stata cancellata da centinaia di giornali dove appariva a causa delle dichiarazioni del suo creatore in una diretta YouTube. Scott Adams, infatti, si è riferito alla comunità nera come a un «gruppo che pratica l’odio» per poi invitare «i bianchi a starne alla larga» e quindi incoraggiando la segregazione razziale. Frasi razziste e fuori luogo che non sono passate inosservate al gruppo editoriale Usa Today, del quale fanno parte molte testate d’Oltreoceano, dove, ha annunciato il gruppo, la vignetta di Adams non troverà spazio. La stessa decisione è stata presa dal Washington Post e dal Plain Dealer. «Adams si è lasciato andare ad uno sfogo razzista e per questo non pubblicheremo più il suo fumetto su The Plain Dealer», ha dichiarato il direttore il direttore del giornale Chris Quinn sottolineando che «la testata non vuole essere una casa per chi sposa il razzismo». Messaggio simile per il Washington Post: «Alla luce delle recenti dichiarazioni di Adams che promuovono la segregazione, il Washington Post ha cessato la pubblicazione del suo fumetto».

Le parole del fumettista

Il creatore del fumetto ha poi cercato di giustificarsi. In un tweet sostiene che stesse «solo consigliando alle persone di evitare l’odio». Successivamente ha accusato i giornali che hanno cancellato la su striscia di «minare la libertà di parola in America». Adams ha contestualizzato le proprie parole spiegando secondo diversi sondaggi la comunità nera prova un effettivo odio nei confronti di quella bianca. E in effetti, negli Usa aggressioni razziste in questo senso non sono rare, come confermato anche da molte persone nere che sostengono le affermazioni di Adams. Il creatore di Dilbert ha quindi invitato i le persone bianche ad evitare i quartieri a prevalenza nera dal momento che questi sono più pericolosi, senza però entrare nel merito storico del perché ciò avviene. Uno dei motivi, ad esempio, è che i quartieri neri sono stati storicamente svantaggiati economicamente dalle amministrazioni cittadine. Così come è noto il problema di discriminazione delle persone nere negli Usa.

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ATTUALITÀAccoltellamentiGiovaniInchiesteLombardiaMantova

Castelberforte, la 13enne aggredita con un paio di forbici sta meglio. Il sindaco: «Basta giudizi sommari»

26 Febbraio 2023 - 12:48 Redazione
Mentre i carabinieri indagano sul possibile movente dell'aggressione, il primo cittadino invita alla calma: «Evitiamo commenti fuori luogo»

Sta meglio ed è fuori pericolo di vita la ragazza di 13 anni che ieri è stata aggredita con un paio di forbici da due compagne di classe in un giardino pubblico di Castelbelforte, in provincia di Mantova. Pare che la 13enne, ricoverata da ieri all’ospedale Borgo Trento di Verona e costantemente assistita dai genitori, abbia perso molto sangue ma starebbe rispondendo bene alle cure. Nel frattempo, le due autrici dell’aggressione sono state riconsegnate alle rispettive famiglie, dopo che ieri una di loro si era presentata spontaneamente dai carabinieri per denunciare quanto accaduto, mentre la seconda è stata accompagnata in caserma dai genitori. Vista l’età delle ragazze coinvolte, le indagini dei carabinieri – concentrate soprattutto sulla ricerca del movente dell’aggressione – stanno proseguendo sotto il più stretto riserbo. Dalle prime ricostruzioni, sembra che la ragazzina sia stata attirata con una scusa al parco dalle due coetanee. A quel punto, sarebbe stata bloccata a terra e colpita ripetutamente con pugni alla testa e con una forbice all’addome.

Lo choc della comunità

Sui social, intanto, l’episodio ha scatenato la rabbia degli abitanti di Castelbelforte, soprattutto sul gruppo Facebook di paese “Sei di Castelbelforte se…”. Il tenore dei commenti, a tratti decisamente fuori luogo, ha spinto il sindaco Massimiliano Gazzani a intervenire in prima persona per calmare gli animi. «Nell’estendere ai familiari di M. la mia personale vicinanza ed un grande abbraccio virtuale da parte di tutta la comunità Castelbelfortese, che con ansia e trepidazione mi ha contattato in massa per avere rassicurazioni sulle condizioni cliniche della giovane, raccomando a chiunque di esimersi dal formulare commenti fuori luogo di sorta, o giudizi sommari», ha scritto il primo cittadino sulla sua pagina Facebook. «L’arma dei Carabinieri, tempestivamente accorsa sul luogo dell’aggressione, sta già compiendo le varie indagini ed ogni accertamento utile a risalire alle motivazioni scatenanti un simile efferato gesto, che, qualsiasi esse siano, non potranno mai avere giustificazione alcuna», ha aggiunto il sindaco Gazzani.

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Addio a Curzio Maltese: «Si è impegnato fino all’ultimo per un’Italia più giusta»

26 Febbraio 2023 - 12:37 Redazione
Era nato a Milano nel 1959. Era stato eletto con "L'altra Europa per Tsipras"

Curzio Maltese è morto. Il giornalista ed ex europarlamentare era nato a Milano nel 1959 e aveva 63 anni. A dare la notizia il quotidiano Domani, con cui collaborava. Maltese è stato deputato europeo per la lista “L’Altra Europa con Tsipras” dal 2014 al 2019. Stefano Feltri, direttore di Domani, lo saluta su Twitter: «Ci ha lasciati un grande giornalista, che abbiamo avuto il privilegio di avere su Domani. Pur provato dalla malattia, forte della sua passione civile e dell’amore della moglie Paola, si è impegnato fino all’ultimo per un paese più giusto».

Una vita tra politica e giornalismo

Cresciuto a Sesto San Giovanni, all’epoca ribattezzata la «Stalingrado d’Italia», Maltese inizia la sua carriera di giornalista occupandosi di sport e cronaca per diversi quotidiani, tra cui La Notte, La Gazzetta dello sport e La Stampa. È a Repubblica, però, che è legata gran parte della sua carriera. Maltese scrive sul quotidiano romano, nelle vesti di editorialista, dal 1995 al 2021, quando decide di passare a Domani. Nel 2014, si candida alle elezioni europee tra le fila di L’Altra Europa con Tsipras, a sostegno della coalizione della sinistra radicale che vuole portare Alexis Tsipras a diventare presidente della Commissione Europea. Alle urne Maltese è il primo dei non eletti, con 31.980 preferenze, ma riesce a entrare nel parlamento europeo grazie alla rinuncia di Moni Ovadia. Oltre alla carriera politica e alla collaborazione con Repubblica, Maltese ha collaborato come autore televisivo con Corrado Guzzanti, Maurizio Crozza ed Enrico Bertolino. Per Canal+ Italia ha ideato e scritto due documentari sulle vite di Renzo Piano e Paolo Conte

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Naufragio di Cutro, Mattarella: «L’Ue si assuma le sue responsabilità». Il centrodestra: «Stop agli sbarchi», centrosinistra e Terzo Polo: «Fermate gli scafisti, non le Ong»

26 Febbraio 2023 - 12:24 Redazione
Almeno 43 migranti sono morti in mare, ma si stima che le vittime possano essere più di 100

«Un’ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito il naufragio di migranti avvenuto oggi in Calabria nel quale sono morte almeno 43 persone (ma se ne stimano oltre 100) che viaggiavano su un barcone verso l’Italia. Nell’esprimere il suo dolore il capo dello Stato ha sollecitato un’azione congiunta della comunità internazionale: «Per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico». Mattarella si è poi rivolto all’Ue: «È altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive». Nel suo messaggio, prima di lanciare l’appello, il presidente della Repubblica ha ricordato le vittime esprimendo la propria «vicinanza ai naufraghi» e un «ringraziamento ai soccorritori».

Matteo Piantedosi e Giorgia Meloni

Il naufragio di migranti avvenuto oggi in Calabria è «una tragedia immane» ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate», ha aggiunto il ministro puntualizzando che secondo lui è «fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze». E ancora, aggiunge il titolare del Viminale, «il naufragio dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi». Il messaggio di Piantedosi rispecchia quello della premier Giorgia Meloni che ha parlato di «vite stroncate da trafficanti di uomini»

Elly Schlein: «Coi decreti del governo impossibile salvare vite»

Non si è fatta attendere nemmeno la reazione di Elly Schlein, potenziale nuova segretaria del Pd dopo le primarie di oggi. L’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna, dal seggio di Bologna dove ha votato, ha tuonato: «Non è accettabile che il Mediterraneo sia diventato un grande cimitero a cielo aperto: questo fa capire quanto sia disumano e contro ogni diritto fondamentale fare dei decreti che hanno il solo scopo di rendere più difficile salvare le vite in mare». E ha poi lanciato l’appello all’Ue: «Ci vorrebbe una grande missione europea umanitaria di ricerca e soccorso in mare – prosegue – perché dove non arrivano la guardia costiera e le ong assistiamo a delle tragedie che sono inaccettabili. Dobbiamo continuare a batterci perché non accadano più». Anche lo sfidante di Schlein Stefano Bonaccini si è espresso, ma senza lanciare messaggi politici: «Col fiato sospeso per le ricerche in corso di altri possibili sopravvissuti all’ennesima tragedia in mare nel crotonese. Ma il bilancio di chi ha perso la vita è già pesantissimo. Un pensiero commosso alle vittime, tra cui un neonato». Ancora più duro di Schlein, invece, è stato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che facendo riferimento alle parole di Piantedosi sui migranti rimasti a bordo della nave Ong Humanity 1 a novembre: «Per ora 50 morti ma potrebbero essere almeno il doppio. Un “carico residuale” vero governo Meloni? Evidentemente se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso potevano forse essere salvati».

Il Terzo Polo: «Fermare gli scafisti, non le Ong»

Posizione intermedia per il leader di Azione Carlo Calenda, che, come la maggioranza si scaglia contro gli scafisti, ma chiede di non ostacolare il lavoro delle Ong. Le persone che sono in mare vanno salvate a tutti i costi, senza penalizzare chi aiuta a farlo. Le rotte di immigrazione illegale vanno però chiuse, altrimenti continueremo ad assistere a questa strage quotidiana, si legge in un suo tweet sulla vicenda. A Calenda fa eco l’alleato Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ribadisce gli stessi concetti: «Ancora una strage di migranti in mare. E ancora una strage di bambini. Lo abbiamo detto anche questa settimana in Senato: vanno bloccati i trafficanti di uomini, non le ONG e i volontari che provano a salvare vite. Un dolore indicibile».

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Evasione del boss Marco Raduano da Badu ‘e Carros, la polizia penitenziaria: «Nella sala operativa non c’era nessuno»

26 Febbraio 2023 - 12:12 Redazione
La denuncia del sindacalista De Fazio

Nel momento dell’evasione del boss della Sacra Corona Unita Marco Raduano la sala operativa del carcere di Badu ‘e Carros non era presidiata. Lo dichiara in un comunicato Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria. Intanto sulla fuga sono state aperte due inchieste. Una dalla Procura di Nuoro e l’altra interna dal ministero della Giustizia. Già ieri il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – attraverso la direzione generale detenuti e trattamento – ha dato mandato al Provveditore regionale della Sardegna di svolgere con urgenza accertamenti e verifiche, «al fine di appurare cause, circostanze e modalità dell’accaduto». «Non basta la videosorveglianza se non supportata da intelligenza artificiale e, soprattutto, se nessuno può badare ai monitor o deve controllarne decine mentre si occupa di innumerevoli altre incombenze», ha detto De Fazio.

«Lo denunciamo da tempo ed è uno dei principali temi che abbiamo posto al neo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, nell’unica occasione di confronto il 26 gennaio scorso. Socraticamente, se sapere di non sapere è sintomo di conoscenza, fingere di non sapere è patologico». Il sindacato Osapp invece chiede di evitare l’individuazione di capri espiatori e sottolinea, ancora una volta, la carenza di agenti della polizia penitenziaria. «A Nuoro mancano circa 50 agenti penitenziari. In servizio ce ne sono circa 145. Di cui 17 donne senza che ci sia da anni il braccio femminile. A Natale è venuto il capo del Dap e ci ha promesso che sarebbero arrivati 8 colleghi. Ne sono arrivati 2 e sono stati distaccati a Mamone (Lodè-Nuoro, ndr) e a Sassari», fa sapere Giovanni Conteddu dell’Osapp Nuoro.

«Nell’Alta sicurezza c’è solo un collega che magari pagherà per le negligenze dell’amministrazione penitenziaria che non ha mai potenziato l’organico nonostante le richieste e questo non è giusto. Il collega in servizio quel giorno è già stato sentito così come tutti gli altri in servizio quel giorno. Di certo Raduano ha avuto tutto il tempo di organizzare la fuga: ha nascosto le lenzuola che gli hanno fatto da scala, ha studiato gli orari interni al reparto e avrà costruito un ponte esterno che gli ha coperto la fuga».

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Lo sciopero dei doppiatori italiani ferma i film stranieri: «Stipendi fermi dal 2008 e ritmi di lavoro insostenibili»

26 Febbraio 2023 - 11:34 Redazione
La denuncia di un lavoratore: «Per correre da uno studio all'altro sono arrivato a fare anche 170 chilometri in auto in un giorno»

I doppiatori italiani incrociano le braccia. I professionisti del settore del doppiaggio di film stranieri hanno iniziato uno sciopero lungo una settimana, dal 21 al 28 febbraio. E, nel caso non dovessero ricevere risposte soddisfacenti dai propri datori di lavoro, sono pronti ad allungare la protesta di un’altra settimana. I motivi che hanno spinto i doppiatori a indire uno sciopero sono diversi. Il primo, comune a tante altre categorie di lavoratori, è la richiesta di rinnovo del contratto collettivo, fermo al 2008. «Non abbiamo neanche uno straccio di adeguamento Istat», denuncia oggi sulle pagine di Repubblica Alessio Cigliano, direttore di doppiaggio. Una situazione che, spiegano i lavoratori, ha portato a una stagnazione degli stipendi, rimasti invariati da circa 15 anni. Le retribuzioni, però, non sono l’unica rivendicazione dello sciopero. Tra le richieste dei doppiatori italiani, infatti, c’è il riconoscimento della propria professionalità. Un problema che, spiega Cigliano, «le major conoscono benissimo», dal momento che esistono sondaggi dai quali risulterebbe che «l’85% degli spettatori italiani preferisce il doppiaggio alla versione originale sottotitolata».

I motivi dello sciopero

Da quando è iniziata l’agitazione, i doppiatori italiani che hanno aderito allo sciopero hanno organizzato alcune riunioni su Zoom, ogni giorno dalle 15 alle 17, per discutere delle loro rivendicazioni e delle ragioni che li hanno spinti a scioperare. Tra i problemi più sentiti dalla categoria ci sono anche i ritmi di lavoro, che – spiegano alcuni doppiatori – sono diventati sempre più insostenibili a causa del moltiplicarsi delle produzioni audiovisive. «Per correre da uno studio all’altro mi capita di percorrere la tangenziale di Roma anche quattro volte al giorno. Una volta li ho misurati: 170 chilometri, tutti all’interno di Roma», racconta Cigliano a Repubblica. «Dagli stuntmen agli operatori delle troupe, ci sono contratti scaduti in media da 20 anni – aggiunge Sabina Di Marco, segretaria nazionale Slc Cgil -. Per non parlare di categorie come quella degli attori del cinema e della televisione che, a differenza di chi lavora in teatro, non hanno mai avuto alcun contratto».

Foto di copertina: UNSPLASH/JONATHAN VELASQUEZ

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Il dolore di Giorgia Meloni per il naufragio nel Crotonese: «Vite stroncate dai trafficanti di uomini»

26 Febbraio 2023 - 11:13 Redazione
La presidente del consiglio: il governo è impegnato a fermare le partenze. La Ue collabori

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso «il suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini» dopo il naufragio del barcone nel Crotonese. «È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse», dice la premier in una nota pubblicata anche su Facebook. E ancora: «È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro». Palazzo Chigi fa sapere che il governo «è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole». A Steccato di Cutro finora sono stati recuperati 33 corpi. Secondo alcune testimonianze sull’imbarcazione si trovavano tra le 150 e le 250 persone.

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L’omaggio di Fabrizio Corona a Costanzo: il tatuaggio «Maurizio maestro mio» sulla nuca

26 Febbraio 2023 - 11:02 Redazione
Su Instagram, il fotografo ripercorre i momenti in cui per la prima volta ha partecipato al Maurizio Costanzo Show e ringrazia il conduttore per quello che gli ha insegnato

Per Fabrizio Corona, Maurizio Costanzo, morto venerdì all’età di 84 anni, era «un maestro».« L’Italia mi ha conosciuto grazie all’opportunità che mi ha dato Maurizio. Nei periodi più difficili della mia vita, mi è sempre stato vicino, una delle poche persone che hanno creduto in me come uomo». Così il fotografo ricorda il conduttore su Instagram, dove annuncia che nella vita reale ha scelto un modo decisamente meno effimero. Un tatuaggio. «Maurizio maestro mio», si legge da qualche ora sulla nuca di Corona. Nel post, il fotografo ripercorre i momenti in cui per la prima volta ha partecipato al Maurizio Costanzo Show. «Era il 2006 quando per la prima volta venni invitato nel più importante talk show televisivo italiano del momento», si legge nella descrizione. «Fino ad allora ero un giovane imprenditore con tanti sogni da realizzare. Era il periodo di Vallettopoli e avevo scritto su questo caso il mio primo libro», prosegue.

«Grazie per aver dato una coscienza critica a questo paese»

E ancora: «Posso affermare con assoluta certezza che tante delle mie fortune sono iniziate dopo che l’Italia mi ha conosciuto grazie all’opportunità che mi ha dato Maurizio. Nei periodi più difficili della mia vita, mi è sempre stato vicino, una delle poche persone che hanno creduto in me come uomo, uno dei pochi che ha saputo vedere il vero Fabrizio». «Maurizio – scrive Corona nel lungo messaggio su Instagram – ha sempre supportato le mie cause come un padre, un amico un fratello. Tra noi grande stima ed affetto. Considero Maurizio un gigante del suo mestiere, per me un maestro è in suo onore la dedica di un tatuaggio che porterò per sempre sulla mia pelle: “Maurizio maestro mio”». Infine, conclude il fotografo: «Grazie per quello che hai fatto per me e per aver dato una coscienza critica a questo paese. Per sempre nel mio cuore, fai buon viaggio Maestro».

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Il tir che sbanda, si incendia e precipita da un viadotto sull’A1 tra Calenzano e Barberino del Mugello

26 Febbraio 2023 - 10:51 Redazione
Il mezzo è uscito fuori strada all'altezza del viadotto Marinella

Un tir ha sbandato e ha preso fuoco questa mattina sull’autostrada A1 tra Calenzano e Barberino del Mugello. L’autista è morto. L’incidente si è verificato poco dopo le 7.30 di questa mattina sulla carreggiata in direzione Bologna. L’Anas ha chiuso temporaneamente al traffico il tratto interessato. Non sono stati coinvolti altri veicoli. Per cause da accertare, il conducente ha perso il controllo del mezzo pesante, che è uscito fuori strada all’altezza del viadotto Marinella, e subito dopo ha preso fuoco. Sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i soccorsi meccanici e sanitari, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione Quarto Tronco di Firenze di Autostrade per l’Italia. Sull’A1 si è formato un chilometro di coda in corrispondenza dell’uscita di Calenzano. Il tir trasportava un carico di frutta e verdura. L’incendio del camion si è innescato dopo l’impatto contro il terreno a causa della rottura dei serbatoi del carburante. Secondo le prime ricostruzioni il mezzo, per cause ancora da stabilire, ha sbandato andando a sbattere prima contro la barriera centrale della carreggiata e poi, dopo aver attraversato le corsie di sorpasso, di marcia e di emergenza, ha abbattuto sul lato destro del viadotto sei elementi delle protezioni laterali, finendo nel vuoto per un’altezza di oltre 15 metri.

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Il dispositivo per inviare baci online: arriva dalla Cina, ecco come funziona – Il video

26 Febbraio 2023 - 10:42 Redazione
Costa circa 40 euro e promette di riprodurre fedelmente il bacio del partner a distanza grazie a numerosi sensori

Un regalo perfetto per le coppie a distanza. Questo è quello che devono aver pensato gli inventori di questo dispositivo dalle labbra di silicone che permette di inviare un baci online da una parte all’altra del globo. Non si parla di video o emoji, ma della riproduzione dei movimenti di chi sta dall’altra parte della bocca artificiale che è dotata di sensori di pressione, movimento e temperatura per ricreare quanto più fedelmente possibile tutte le sensazioni trasmesse dal bacio, compresi i suoni emessi dai due partner. O almeno quasi tutte, dato che il dispositivo non ha la lingua. Il trasmettitore di baci viene venduto sul sito di online shopping cinese TaoBao e ha già suscitato le reazioni sconcertate di chi vi si è imbattuto. C’è chi lo trova tutto sommato divertente, mentre qualcuno l’ha definito «volgare» e «inquietante», riporta la Cnn. «Non lo capisco e sono decisamente scioccato», si legge in uno dei commenti più popolari su Weibo, il Twitter cinese.

Come funziona?

Per inviare un bacio a distanza, gli utenti devono scaricare un’app sul proprio telefono, per il quale la bocca artificiale dispone di un apposito alloggiamento. Una volta accoppiate le app dei due partner è possibile far partire una videochiamata e iniziare a baciarsi. «Quando ero all’università avevo una relazione a distanza con la mia ragazza – ha dichiarato Jiang Zhongli, principale ideatore del design – quindi l’unico modo che avevamo di interagire era al telefono». Un dispositivo simile, chiamato Kissinger, era stato commercializzato in Malesia nel 2016, ma al posto delle labbra disponeva di una meno realistica membrana piatta di silicone. Nonostante sia indirizzato principalmente alle coppie, il dispositivo, che costa circa 40 euro, ha una funzione che permette di accoppiare la propria app anche con quella di sconosciuti in una sorta di lobby. Se due utenti si piacciono posso baciarsi tra di loro. È anche possibile caricare i propri baci in un database dal quale gli altri utenti possono poi scaricarli.

Immagine di copertina: Taobao

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