Primarie, l’ora dei gazebo: il Pd al voto per scegliere il prossimo segretario. Elly Schlein o Stefano Bonaccini?
È l’ora dei gazebo. Oggi, dalle 8 alle 20, gli iscritti al Pd votano alle primarie del partito nella sfida tutta emiliano-romagnola tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini per chi succederà a Enrico Letta. Ad essersi già registrati sono – riporta il Corriere della Sera – 12.735 fuori sede, 1.617 minorenni e 2.800 persone che per vari motivi voteranno online. La soglia psicologica è quella del milione di voti. Sarebbero 600 mila in meno rispetto alle scorse primarie, nel 2019, e meno di un terzo di quelle del 2007, quando a ai gazebo ci andarono in 3,5 milioni. Tra gli iscritti ha prevalso Bonaccini, di 27 mila voti. Non è detto che un alto numero di elettori, nonostante il maltempo che imperversa su buona parte della Penisola, non possa consegnare la segreteria del Pd a Schlein. Il presidente dell’Emilia Romagna è fiducioso: «Quattro candidati non c’erano mai stati, nonostante questo, nei circoli ho superato il 50% con quasi venti punti di distacco». L’ex vicepresidente, invece, crede nei grandi numeri: «Credo che questa bella mobilitazione si trasformerà in passaparola. C’è una forte voglia di cambiamento, a sinistra, una sinistra che non può che essere ecologista e femminista».
«Massima attenzione ai seggi»
Il giorno è appena iniziato ma già si parla di brogli, da ambo i lati. A Salerno, città del presidente della Campania Vincenzo De Luca sono state stampate 70 mila schede – riporta la Repubblica – ovvero metà di tutta la popolazione della città. In generale, nei giorni scorsi sono state numerose le segnalazioni di sindaci, non necessariamente del Pd, che avrebbero invitato i loro concittadini a votare per Bonaccini. E c’è poi il caso dei tweet sospetti a favore del governatore. D’altro canto, sarebbero i 5 Stelle pronti a dare una mano a Schlein. Insomma, «massima attenzione ai seggi» è quello che i volontari di giornata si sono sentiti dire. Nel frattempo, Schlein ha raccolto anche l’endorsement di un gigante come Pierlugi Bersani. «Andrò a votare alle primarie del Pd. Penso che Elly Schlein segnali con più coraggio l’apertura al cambiamento», ha twittato l’ex segretario.
Visione e programmi
Con un contributo di due euro, gli elettori – anche i non iscritti – potranno scegliere la direzione di un partito che è al governo da quasi 10 anni, ma che sembra aver perso la propria direzione. Bonaccini sembra più fluido, meno ideologico. Non direbbe no a prescindere a una collaborazione con il Terzo Polo e pensa a un’opposizione solida ma aperta al dialogo al governo Meloni. D’altro canto Schlein è durissima contro la presidente del Consiglio, atteggiamento figlio di una linea che punta a riavvicinare il Pd alla sinistra sia nelle battaglie da combattere sia nell’ideologia. La base comune è comunque solida: Ius soli, matrimonio egualitario, no al nucleare, più fondi alla sanità, obbligo scolastico fino a 18 anni e aumenti di stipendio per chi nelle scuole ci lavora. Ma anche differenze. Bonaccini propone un taglio strutturale del cuneo contributivo del 30% per i giovani. Schlein punta a una redistribuzione dei grandi patrimoni e un salario minimo per tutti. Nella vita di partito, Bonaccini vorrebbe referendum tra gli iscritti sulle grosse decisioni. Mentre Schlein vorrebbe dei percorsi di formazione continua e la trasformazione del sito web in una piattaforma deliberativa. In tema ambiente, la grande differenza tra i due sta sugli inceneritori: a favore Bonaccini, contraria Schlein.
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