Furbetti del reddito di cittadinanza salvati dalla legge di Bilancio? La mossa del Terzo Polo per ripristinare le sanzioni
Il Partito democratico aveva presentato un’interpellanza al ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Terzo polo, tramite un emendamento al ddl sulla procedibilità d’ufficio in commissione Giustizia della Camera, prova a rimediare a una stortura della legge di Bilancio 2023. Stiamo parlando del capitolo della Manovra con cui il governo Meloni cancella il reddito di cittadinanza, a partire dal 2024. Abrogando i primi 13 articoli del decreto legge 4/2019, quello istitutivo del reddito, vengono eliminate anche le norme che puniscono i cosiddetti furbetti del reddito. Nello specifico, stralciando l’articolo 7, che definisce il reato di indebita appropriazione del reddito, le pene per chi ha presentato dichiarazioni false per ottenere il reddito non sarebbero più eseguibili. Oggi, può essere condannato da 2 a 6 anni di carcere chi ha allegato alla sua pratica documenti non veritieri, da 1 a 3 anni chi non ha segnalato l’aumento di redditi o patrimoni.
Se l’emendamento del responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, fosse approvato, si reintrodurrebbero tutti i reati legati al reddito di cittadinanza, garantendo la perseguibilità di chi se ne è appropriato indebitamente. Verrebbe così scongiurato l’istituto del favor rei che, in Italia, si applica quando la disciplina sanzionatoria viene modificata in melius. Dopo l’approvazione della legge di Bilancio 2023, per correggere l’errore e impedire che il reato venisse rimosso dall’ordinamento, si era parlato anche della possibilità del governo di varare un decreto ad hoc. All’interpellanza del Pd presentata negli scorsi giorni al ministro della Giustizia, non sono ancora arrivate risposte dalla maggioranza. Dal Nazareno hanno criticato Giorgia Meloni: «Prima denunciava migliaia e migliaia di truffe» sul reddito che, a suo dire, favorivano «mafiosi e spacciatori», e adesso ha deciso di eliminare le sanzioni «con un colpo di spugna».
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