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Renzi e il dilemma di Elly Schlein: «O è fedele a se stessa e spacca il partito, o tiene tutti insieme ma rinuncia alla sua freschezza»

01 Marzo 2023 - 09:13 Redazione
Il leader di Italia Viva conferma l'intenzione di concludere la transizione verso un partito unico entro il prossimo autunno

Matteo Renzi non ha dubbi: è il Movimento 5 stelle il vero sconfitto dalla vittoria di Elly Schlein nelle primarie del Partito democratico. «È stata la peggiore notizia che Giuseppe Conte potesse ricevere. Con Schlein ci sarà una competizione interessante, vedremo chi prevarrà». Nelle interviste rilasciate al Messaggero e alla Stampa, il leader di Italia Viva individua come «primo banco di prova – dell’alleanza giallorossa – la posizione sull’Ucraina, poi sul reddito di cittadinanza e le sue truffe, e poi sul termovalorizzatore di Roma». E poi, riguardo alle elezioni europee del 2024, «ci sarà una competizione cruenta e con un’elezione proporzionale alle porte, sarà una sfida a sinistra senza esclusione di colpi». Renzi dice di non invidiare la neo-segretaria Dem per quanto concerne la gestione del Nazareno: «Deve decidere se mantenersi fedele al proprio programma, e allora il Pd si spacca, o se tenere tutti insieme, e allora lei perde la sua freschezza. È il dilemma di Elly». Nel lavoro di opposizione la governo, Renzi non esclude che l’elezione di Schlein porti il rischio di estremizzare il confronto con Giorgia Meloni: «Una sinistra più radicale rende Meloni più forte. È un dato di fatto. Ci sono due donne alla guida della destra e della sinistra, ma sono due leader che rischiano di estremizzare il confronto. Io penso invece che l’interesse degli italiani sia quello di pacificare, smussare, dialogare. Chi vince deve governare, ma con equilibrio e compostezza: lo chiede l’Italia, non il Terzo polo».

Ciò detto, l’ex segretario del Pd non guarda con nostalgia al periodo in cui erano i riformisti a guidare il Nazareno: «Nel settembre 2019, la scissione ha iniziato un percorso che la vittoria di Schlein ha chiuso. Oggi il Pd riformista non esiste più. Per noi adesso si apre la stagione entusiasmante». Rispetto al suo ruolo nel partito unico del Terzo polo, che nascerà entra il prossimo autunno, Renzi assicura che non sarà il leader. «Mi sono ritagliato un ruolo da padre nobile e mi ci trovo benissimo. Do una mano, aiuto, cerco di fare buona politica intesa come costruzione di strategie e valorizzazione degli ideali. Se qualcuno vorrà candidarsi, è giusto che si senta libero di farlo, anche se per me Carlo Calenda sta lavorando con grande impegno e non vedo ragioni di aprire questa discussione adesso».

Secondo l’ex premier, «gli elettori di questo Paese potranno pur scegliere di non dare il proprio voto ai sovranisti di destra o ai populisti di sinistra. Non ci sono solo le curve degli ultrà in Italia, ci sono anche gli spettatori della tribuna centrale e un’offerta calibrata su di loro non può che trovare spazio e interesse». Quando il giornalista del Messaggero gli domanda se è convinto che questa operazione possa andare meglio di quanto successo in passato a Mario Monti o ad altri, Renzi spiega: «Monti era un leader tecnico stretto tra la leadership di Silvio Berlusconi e quella di un Pd ancora riformista. Noi ci mettiamo un alto tasso di politica e stiamo in uno spazio dove da un lato c’è la Meloni, dall’altro c’è la Schlein. Per i prossimi mesi non si muoverà una foglia. Ma con le Europee lo spazio a nostra disposizione crescerà in misura esponenziale fino al voto per Strasburgo. Ci attende una fase realmente esaltante di semina oggi e di raccolta domani».

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