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Le accuse di stupro contro Lucarelli e Apolloni: «Ognuno aspettava il proprio “turno”, hanno ridicolizzato vittima»

02 Marzo 2023 - 21:53 Redazione
mattia lucarelli federico apolloni stupro
mattia lucarelli federico apolloni stupro
Il Tribunale del riesame ha revocato gli arresti domiciliari per i due calciatori del Livorno. Su di loro, però, rimarrebbero forti indizi di colpevolezza

Mattia Lucarelli e Federico Apolloni si sono mostrati «del tutto indifferenti rispetto alle evidenti condizioni di alterazione» della ragazza, «privi di qualunque empatia» e hanno approfittato di lei per il «proprio divertimento». Lo scrive il Tribunale del riesame di Milano sul caso dei due calciatori 23enni del Livorno accusati lo scorso 20 gennaio di aver violentato una studentessa americana di 22 anni. Stando alle ricostruzioni della squadra mobile e del pm Alessia Menegazzo, il presunto stupro di gruppo – che coinvolge, oltre altri tre amici dei due calciatori – risalirebbe alla notte tra il 26 e il 27 marzo del 2021. Qualche settimana fa, i tre giudici del tribunale milanese hanno revocato gli arresti domiciliari per Lucarelli e Apolloni, imponendo loro l’obbligo di dimora a Livorno, con il divieto di uscire di casa dalle 20 alle 8. Messi in fila tutti gli atti delle indagini preliminari, i giudici hanno confermato gli indizi di colpevolezza a carico dei due calciatori. In particolare grazie a un filmato, che proverebbe come la ragazza sia stata «ridicolizzata e fatta oggetto di volgarità e frasi violente in una lingua a lei non nota».

Le indagini

Nelle scorse settimane, il pm ha raccolto le dichiarazioni della ragazza e quelle dei testimoni, in aggiunta ad alcuni video realizzati quella notte e che proverebbero la «condizione di inferiorità psicofisica» della ragazza americana, che aveva bevuto molto alcol. E sarebbe proprio questa condizione, secondo il Riesame, a rendere del tutto ininfluente la prova, di cui aveva parlato la difesa, di «partecipazione attiva e consenso» della ragazza nel rapporto sessuale. Un consenso, scrive il tribunale, «che in condizioni di normalità mai sarebbe stato prestato». Secondo il pm, dunque, i cinque giovani avevano «il chiaro progetto» di abusare della 22enne americana e filmare l’evento (a sua insaputa) «per il gusto di immortalare il momento e poter rivivere le proprie “prodezze”». Dai video, infatti, emergerebbe che i cinque ragazzi avessero condiviso l’idea per cui «ciascuno avrebbe avuto il proprio “turno”, senza mai neppure contemplare l’eventualità di rapportarsi come partner alla pari».

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