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Cutro, la procura di Crotone ora indaga sulle falle nei soccorsi: al setaccio azioni e comunicazioni di Guardia Costiera, Frontex e Guardia di Finanza

02 Marzo 2023 - 14:08 Redazione
Aperto un secondo fascicolo d'indagine sulle possibili omissioni, per il momento a carico d'ignoti

La Procura di Crotone ha aperto un secondo fascicolo d’indagine sul naufragio avvenuto lo scorso fine settimana al largo della costa di Cutro, in Calabria. Distinto dal primo sul naufragio, aperto subito dopo la tragedia, questo secondo fascicolo si concentra specificamente sulle possibile carenze nella macchina dei soccorsi, su cui da giorni infuria la polemica mediatica e politica. Attualmente la procura procede a carico di ignoti e non sono noti i capi d’imputazione ipotizzati, ma i carabinieri del comando provinciale di Crotone hanno ricevuto il mandato – come riporta il Corriere della Sera – di indagare su possibili omissioni nei soccorsi. Le indagini procedono in particolare, a quanto si apprende, tramite la raccolta e il confronto delle ricostruzioni orarie e delle comunicazioni di servizio delle parti in causa: la Guardia Costiera, la Guardia di Finanza e l’agenzia europea Frontex. Gli accertamenti riguardano il periodo compreso tra la sera di sabato 25 febbraio, quando la barca dei migranti è stata avvistata per la prima volta da un aereo di ricognizione di Frontex, e l’alba di domenica 26, quando la barca si è infine schiantata contro una secca a poche centinaia di metri dalla costa calabrese, all’altezza di Steccato di Cutro.

Intanto il giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale dei minori di Catanzaro ha convalidato il fermo anche del secondo scafista che sarebbe stato al governo del barcone di migranti naufragato. Si tratta di un giovane di appena 17 anni, di nazionalità pakistana, per il quale il gip Garcea ha disposto l’invio in un istituto di pena minorile, avendone riconosciuto il ruolo determinante svolto prima come organizzatore del viaggio dei migranti e poi durante la navigazione. Ieri il gip di Crotone Michele Ciociola aveva convalidato il fermo di un altro scafista pakistano, Arslan Khalid, 25 anni, mentre un terzo scafista turco, Sami Fuat, di 50 anni, non è stato ancora interrogato in quanto sottoposto a quarantena per aver contratto il Covid-19.

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