Bonus edilizi e cessione dei crediti, Ruffini (Agenzia delle entrate): «Sul 110% le frodi sono il 5% del totale»
In videoconferenza, la Commissione finanze della Camera ha ascoltato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini. Il tema è caldo, ovvero quello della cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi sui quali il governo è intervenuto con un decreto ad hoc lo scorso 16 febbraio. È di ieri, 1 marzo, la notizia che la misura del Superbonus 110%, ad esempio, ha avuto un impatto sul deficit italiano. Lo ha rilevato l’Istat, supportando le cautele della maggioranza riguardo alla pericolosità di questi bonus per le casse pubbliche. Ruffini ha parlato di frodi intercettate sui bonus edilizi per un ammontare di circa 9 miliardi. Andando invece a ricavare la percentuale delle truffe sulla singola tipologia di bonus, il direttore dell’Agenzia delle entrate ha detto che le frodi relative al superbonus si attestano al 5% delle operazioni fraudolente totali. Il bonus facciate è quello che più si è prestato alle truffe, con un 58% delle operazioni. Il 23%, invece, è relativo all’ecobonus ordinario, mentre l’8% al sismabonus ordinario. E ancora, il 5% è in merito al bonus locazioni e l’1% alle ristrutturazioni.
Dove si trovano i crediti di imposta?
I bonus in pancia alle imprese di costruzioni, stando ai dati dell’Agenzia delle entrate, ammontano oggi al 18,4% del totale, per un valore di 20,39 miliardi di euro. La maggior parte dei crediti acquistati si trovano, invece, nel sistema bancario: 51,29 miliardi di euro, il 46,3% del totale. Ciononostante, per Ruffini, «considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle banche per il 2023, pari a circa 9,5 miliardi di euro, risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi». Una fotografia dell’intero sistema bancario, che racchiude delle differenze rispetto al singolo istituto, con alcuni che hanno esaurito la capienza fiscale per acquistare ulteriori crediti e altri «che avrebbero ancora ampi margini». Ma quanto pesa il superbonus sul totale di 110,841 miliardi di crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, dal 2020 al 1 marzo 2023? «Di questi, 61,92 miliardi sono per il superbonus», ha spiegato Ruffini.
Gli altri dati
Per le prime cessioni e sconti in fattura dei bonus edilizi, in quasi tre anni, sono state effettuate «13 milioni e 511 mila operazioni». Le cessioni primarie e gli sconti in fattura relativi alle spese del 2022, vista la restrizione contenuta nell’ultimo decreto, potranno essere comunicate entro e non oltre il mese di marzo 2023. Solo da aprile si conoscerà il numero complessivo di operazioni svolte approfittando dei bonus edilizi. Riguardo il meccanismo di compensazione dei crediti di imposta tramite il modello F24, ipotizzato dal governo, «si può ragionevolmente ritenere che le rate annuali dei crediti in capo alle imprese del settore delle costruzioni, potrebbero essere assorbite dal sistema bancario e assicurativo», ha detto Ruffini. Il quale ha chiesto cautela sulla definizione «crediti incagliati», utilizzata da politici e giornalisti negli scorsi giorni: «Mediaticamente si parla di crediti incagliati, ma i crediti comunicati all’Agenzia delle entrate da parte di imprese di costruzioni, banche e settore assicurativo non sono crediti che sono necessariamente incagliati, ma sono stati acquisiti e vanno in scadenza anno per anno di qui a dieci anni. Il tema – ha concluso Ruffini – è liberare la capacità fiscale di questi soggetti per poterne comprare altri. Serve chiarezza, altrimenti sembra che ci sono 110 miliardi di crediti incagliati ma in realtà è più complesso il discorso».
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