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Inchiesta Covid, l’ira di Fontana su Crisanti: «Tutti i giorni in tv a ripetere le sue accuse. La procura di Bergamo lo diffidi»

05 Marzo 2023 - 18:44 Redazione
L'intervento del microbiologo a "Mezz'ora in più" ha scatenato le proteste degli avvocati del presidente della Lombardia, indagato dalla procura di Bergamo

L’apparizione televisiva odierna di Andrea Crisanti, microbiologo e senatore Pd, ospite di Lucia Annunziata Mezz’ora in più, non è andato giù al team legale che assiste il presidente della Lombardia Attilio Fontana, indagato nell’inchiesta per epidemia colposa della procura di Bergamo che ha coinvolto alcuni dei principali nomi del governo Conte II e della sanità lombarda. Tra gli indagati, come noto, figurano anche l’ex premier Giuseppe Conte, l’allora ministro della Salute Roberto Speranza, e l’ex assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Gli inquirenti si sono avvalsi di una consulenza che porta la firma proprio del professor Crisanti, che oggi è tornato in tv per dire la sua sulla vicenda: «Dire “siamo tutti assolti, va tutto bene” secondo me significa aprire la strada a una situazione di impreparazione la prossima volta. Chiudere gli occhi davanti a un disastro significa aprire la strada a un altro disastro», ha attaccato Crisanti. Parole che hanno provocato la reazione dell’avvocato Jacopo Pensa, che assieme a Federico Papa difende Fontana: «Le difese sono esterrefatte constatando che Crisanti consulente del pm, che si autodefinisce perito, compaia quotidianamente in tv ribadendo le sue teorie accusatorie e sostenendo la doverosità dell’iniziativa giudiziaria». La trasmissione ha dato modo di far confrontare il microbiologo con l’infettivologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti, decisamente meno convinto di eventuali responsabilità, specie se accertate per via giudiziaria. Ma il contraddittorio, a detta del legale Pensa, sarebbe stato solo «apparente»: «Era asimmetrico, perché Bassetti era in collegamento esterno, ciò conferisce significato meno ‘pesante’ alla persona». «La procura di Bergamo – conclude – ha il dovere di diffidare il proprio consulente da tali insistenti apparizioni».

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