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Greta Salve, il dolore agli occhi e la diagnosi che non c’è: «Non ho una cura, non posso sperare in nulla. Sono un malato di serie B»

06 Marzo 2023 - 21:56 Redazione
La documentarista ha raccontato sui social la sua odissea, che l'ha portata a saltare da un oculista all'altro

«Sono entrata in pronto soccorso per un problema a un occhio e mi sono ritrovata con entrambi gli occhi rovinati. E il punto è che sono un malato di serie B». Con un post su Twitter, la documentarista Greta Salve si sfoga e racconta la sua odissea con la sanità pubblica. Tutto inizia un mese fa quando le si appanna l’occhio sinistro e va al pronto soccorso. Qui le viene diagnosticato una «blefaro-congiuntivite, guaribile in 5 giorni con un collirio». Poi, «per non pesare sulle casse dello Stato», va da un oculista privato. Ma da quel momento, spiega Salve, «sono precipitata nell’abisso». «Dopo le gocce oculari, ho iniziato ad accusare un dolore lancinante, l’oculista mi ha ignorato, aggiungendo altre gocce di derivazione sconosciuta per lenire l’effetto e l’esito della visita è stata secchezza oculare», scrive Salve, che ha lavorato con Paolo Mieli e ha firmato anche i documentari della Banca di Italia sulla educazione finanziaria. Ma per Greta la situazione peggiora ancora e inizia a sospettare che le gocce prescritte ne siano la causa.

L’effetto placebo

Greta inizia così a saltare da un oculista all’altro. «Non avevo più lacrime, i miei occhi erano asciutti e tutti iniziavano a presentarmi scenari apocalittici di malattie rare degenerative», spiega. Aumenta la paura e inizia ad accusare, per effetto placebo, i sintomi di malattie rare. «Dopo pochi giorni scopro di non avere nessuna malattia rara, anzi di non avere niente di strano, se non una carenza di una qualche vitamina», rivela la documentarista. «Ma – chiosa – il punto non è il dolore e i soldi spesi, ma che sono un malato di serie B».

«Sono un malato di serie B»

«Un malato di serie B – spiega Salve – perché nessuno individua cosa mi sia accaduto e quindi non sono un malato ufficiale. Non ho un cancro e se dico che sto male e la testa mi scoppia dal dolore, mi sento rispondere che è solo la mia immaginazione». Rassegnata aggiunge: «Io non ho una cura, non posso sperare in nulla, non trovo un medico che mi dica cosa fare e brancolo nel buio». Ma ci tiene a precisare che dietro la rincorsa ai medici, nel tentativo di capire a cosa fosse dovuto il suo problema, non c’è nient’altro che «il disastro della sanità pubblica, che se hai fretta e un problema acuto, basta avere 300 euro e a volte neanche riesci ad avere un appuntamento».

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