No! Una dottoressa non ha trovato il grafene nel vaccino Gardasil contro il papillomavirus
Una clip molto gettonata nei lidi No vax mostra una donna di nome Liliana Zelada, presentata come «dottoressa» con in mano quella che dovrebbe essere una fiala di vaccino Gardasil contro il Papilloma virus (Hpv) che secondo lei conterrebbe grafene. Secondo i complottisti le case farmaceutiche ci inoculerebbero segretamente tale sostanza per le ragioni più disparate. Il filmato viene diffuso attraverso diverse condivisioni Facebook (per esempio qui, qui, qui e qui). La disinformazione sui vaccini Hpv, come quelli di Gardasil e Cervarix circolava già da prima della pandemia di Covid, come possiamo evincere da un nostro articolo del marzo 2019. Al solito, già allora non mancavano i riferimenti a una fantomatica cospirazione ordita da Bill Gates a danno delle giovani ragazze indiane, usate come cavie per testare il vaccino. Anche in questo caso è possibile imbattersi in articoli e ricercatori dallo scarso rigore scientifico che diffondono falsità sul farmaco.
Per chi ha fretta:
- Un personaggio presentato come dottoressa Liliana Zelada mostra in una clip le immagini tratte da un microscopio di presunte tracce di grafene in un campione di vaccini Hpv di Gardasil.
- Con l’aiuto di un biologo molecolare esperto di microscopia abbiamo scoperto che la donna utilizza un microscopio di scarsa qualità reperibile facilmente su Amazon.
- Anche ammettendo che l’esame fosse stato eseguito con un microscopio ottico professionale, questo tipo di strumento non può permettere di immortalare molecole di grafene. Quel che si vede è più probabilmente lo sporco del vetrino o delle lenti.
Analisi
Ecco come viene riproposta nelle recenti condivisioni la clip di Zelada, identificata da AFP come “dentista” («odontóloga»):
La dottoressa Liliana Zelada trova il grafene nel “vaccino” tetravalente ricombinante Gardasil contro il “papillomavirus”
Nel filmato la donna mostra una serie di immagini trasmesse dal suo microscopio allo schermo dello smartphone, in cui compaiono immagini di impurità presenti nel vetrino contenente un campione del vaccino Hpv. Ma in nessun modo è possibile capire se le immagini riguardano il vaccino in oggetto o se si tratta di immagini che mostrano banali impurità presenti nel vetrino, anche perché non ci viene mostrato un controllo, per esempio con della banale acqua.
Immagini impossibili con un microscopio giocattolo
Francesco Cacciante (biologo molecolare con dottorato alla Normale di Pisa e divulgatore nel canale YouTube “A Caccia di scienza“) spiega a Open cosa potrebbe e cosa sicuramente non mostrano le immagini al microscopio della dottoressa Zelada. «Scusate, è vero che ho vari anni di esperienza con la microscopia ma quello è un giocattolo – spiega Cacciante -, se cercate su Amazon lo trovate subito con le sue caratteristiche manopole azzurre. Mi ritengo abbastanza esperto in microscopia: ho lavorato per anni coi microscopi. Ma anche supponendo che quello fosse un vero microscopio ottico da banco, non ha senso che tu possa vederci il grafene».
Cosa viene mostrato nel filmato? «C’è una legge dell’ottica ch’è imprescindibile: per poter osservare un oggetto hai bisogno di colpirlo con una radiazione che abbia una lunghezza d’onda inferiore alle dimensioni dell’oggetto. Se si vuole vedere una molecola – continua l’esperto -, anche relativamente grande del diametro di un nanometro, hai bisogno di una radiazione che sia più piccola di un nanometro, quindi nel campo dei raggi X. Quindi quello che sta mostrando molto probabilmente è lo sporco del vetrino o delle lenti».
«Ci tengo inoltre a ricordare che il vaccino Hpv ha quasi totalmente azzerato i casi di tumore alla cervice uterina – conclude Cacciante -. Siamo riusciti quasi a debellare una forma di cancro. Parliamo di una delle poche e rare vittorie mediche senza se e senza ma. Un altro aspetto da valutare è che praticamente niente è istantaneamente visibile al microscopio. Quasi sempre i campioni da visualizzare hanno bisogno di preparazioni, spesso molto complicate. Per visualizzare determinati tipi di neuroni ci sono protocolli che durano anche 3 o 4 giorni (ma ce ne sono anche di più lunghi), prima di poterli visualizzare. Risulta poco credibile che lei abbia messo una goccia di vaccino sul vetrino e possa aver visto qualcosa. E questo anche se non fosse un giocattolo».
Conclusioni
Il filmato realizzato da un personaggio presentato come «dottoressa Lialiana Zelada», si è rivelato essere agli occhi di un esperto una clip confezionata usando un microscopio giocattolo, mostrando verosimilmente lo sporco del vetrino o delle lenti e spacciandolo per pericolose molecole di grafene. Tutto questo per spaventare le ragazze e allontanarle da una vaccinazione che potrebbe invece salvarle.
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