Liceo Carducci, il ritorno in classe degli studenti dopo gli striscioni con i ministri a testa in giù: «Non siamo una scuola di anarchici» – Le interviste
«Carducci antifascista», «No Meloni», «Alfredo libero». Sono queste le scritte che circondano il liceo Carducci di Milano, entrato al centro delle cronache in questi giorni dopo che è apparso sui cancelli uno striscione con Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara a testa in giù. Gli studenti appaiono compatti: condannano il gesto e respingono chi li definisce «una scuola di anarchici». «Prendiamo le distanze da quello striscione. Non rappresenta né la nostra scuola, né i ragazzi e le ragazze di questo istituto e neanche i valori che al Carducci portiamo avanti», dichiara a Open Alberto Tavolaro, uno dei rappresentanti degli studenti. Dopo lo scoppio del caso, il preside Andrea Di Mario ieri, 5 marzo, ha inviato una circolare interna: «Il liceo non si riconosce in questo linguaggio, in questi modi che sono per noi completamente preoccupanti e che rifiutiamo». Parole che il ministro dell’Istruzione e del Merito ha elogiato: «Complimenti ad un preside coraggioso, consapevole del suo alto ruolo istituzionale». Un commento che richiama alla mente quello fatto nelle scorse settimane in risposta a un’altra dirigente, Annalisa Savino del liceo Leonardo Da Vinci.
«Valditara? La politica strumentalizza la vicenda»
Savino, con una lettera agli studenti, aveva condannato l’aggressione di stampo fascista avvenuta al Michelangiolo. Un testo che Valditara ha definito «improprio e ridicolo» perché – a suo dire – non vi è alcun pericolo fascista. «Il ministro dell’istruzione non è stato coerente tra quanto accaduto a Firenze e quanto al nostro Liceo», commenta il rappresentante degli studenti del Carducci. «Trovo che sia grave come la politica stia strumentalizzando la vicenda, soprattutto la maggioranza di governo, per spostare il dibattito dall’aggressione fascista di Firenze», ci tiene ad aggiungere Samuele Corazzina, anche lui tra i rappresentanti della scuola. «L’attacco di Valditara alla preside Savino è vergognosa. Se il ministro ha avuto il tempo di condannarla, non capisco perché non ce l’abbia avuto anche per prendere posizione sull’aggressione di matrice fascista fatta ai danni degli studenti», prosegue Corazzina. La vicenda dello striscione al Carducci sembra vedere gli studenti allineati, ma anche i docenti. Molti stanno trattando la questione in classe, fanno sapere i ragazzi fuori dai cancelli. «I professori ne parlano con noi, la mia docente di latino ha dedicato metà lezione per parlarci della circolare e di quanto accaduto», racconta Francesco, studente del liceo. «Per noi è importante – conclude – che gli insegnanti abbiano deciso di non chiudere l’evento solo in una pagina di giornale».
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