Il ministro Musumeci: «L’Italia apra le sue porte ai migranti economici»
Il ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci chiede di aprire le porte ai migranti economici. Per fermare lo stillicidio che ha prodotto 26 mila morti nel Mediterraneo. Ma anche perché i corridoi umanitari non bastano a colmare le migliaia di posti di lavoro che gli italiani non riescono ad occupare. Musumeci in un’intervista a La Stampa l’ex presidente della Regione dice di parlare anche «da siciliano». E da uomo che «ha vissuto il dramma dell’emigrazione in famiglia». Per questo chiede di avviare «un processo graduale di accesso pure per i migranti economici». Nel colloquio con Antonio Bravetti il ministro ricorda che «Confindustria ha parlato di 300mila posti vuoti. Di fronte alla crescente denatalità italiana, una nuova forza lavoro diventa realmente necessaria. L’arrivo di migranti deve avvenire secondo le norme, in sicurezza, e deve proseguire con un graduale processo d’integrazione. In altre parti d’Italia, in passato, ha portato a risultati positivi. L’integrazione è un processo lento ma inevitabile, ma anche un percorso formativo per acquisire un’abilità professionale». Per i migranti economici il ministro del governo Meloni immagina «un processo graduale di accesso che potrebbe essere comunque avviato». Ma aggiunge anche che il ragionamento sarebbe incompleto «se non dicessi che la premier Meloni punta soprattutto sulla cooperazione e la crescita dei paesi poveri da cui provengono i migranti. Perché privarli di risorse vuol dire danneggiare quei territori. E condannarli al degrado economico e sociale». Infine, per il ministro «è importante ricordare che in Italia negli ultimi trent’anni la delegittimazione del lavoro manuale ha prodotto un danno impressionante tra i nostri giovani. A cui invece dobbiamo ricordare che il camice bianco di un primario ha la stessa dignità della tuta sporca di un meccanico».
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