Strage di Cutro, von der Leyen promette 500 milioni per nuovi corridoi umanitari. «Ma su ricerca e soccorso c’è quadro Ue funzionante»
«Sono d’accordo con te: gli europei – politici e cittadini – hanno il dovere morale di agire per evitare simile tragedie, che accadono troppo spesso». Prima di imbarcarsi per il Canada, dove è atterrata questo pomeriggio nella prima tappa di un viaggio in Nordamerica che la porterà nei prossimi giorni anche negli Usa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha preso carta e penna e ha risposto alla lettera inviatale all’indomani del naufragio di Cutro dalla presiedete del Consiglio italiana Giorgia Meloni. «Questa tragedia – scrive von der Leyen – deve servire come richiamo a raddoppiare la nostra determinazione per soluzioni durevoli ed efficaci». Già, ma quali? Il tema sarà al centro del vertice dei ministri dell’Interno e della Giustizia in programma a Bruxelles giovedì e venerdì, e poi del Consiglio europeo di primavera dei capi di Stato e di governo in programma il 23 e 24 marzo. A parole, tutti o quasi i governi europei sono d’accordo sugli obiettivi del rafforzamento del controllo delle frontiere esterne e della collaborazione con i Paesi di provenienza e transito. Ma il naufragio di Cutro ha mostrato i limiti evidenti della messa in opera della collaborazione tra autorità europee (Frontex) e nazionali. E sul piano politico a dividere, ormai da anni, i governi Ue è soprattutto la questione della presa in carico e distribuzione dei migranti, nel quadro della revisione del sistema di Dublino.
I punti fermi della Commissione
«Dobbiamo concentrare i nostri sforzi su coloro che necessitano di protezione internazionale fornendo loro reali alternative al mettersi nelle mani dei criminali», scrive von der Leyen nella lettera, sottolineando che «il lavoro dell’Italia e di altri nell’offrire percorsi legali e sicuri attraverso corridoi umanitari offre un cruciale contributo». «Provvederemo – aggiunge ancora la presidente dell’esecutivo Ue – con almeno mezzo miliardo nel finanziare nuovi insediamenti e corridoi umanitari da qui al 2025, offrendo supporto ad almeno 50mila persone». Quanto alla vexata quaestio delle SAR, le missioni di ricerca e controllo come quella mai partita nel caso del barcone poi affondato al largo di Cutro, von der Leyen sottolinea l’esistenza di un valido quadro europeo: «Per lavorare assieme ad un approccio più coordinato nelle attività di Search and Rescue la Commissione ha rilanciato il gruppo di Contatto europeo come parte del Piano di azione per il Mediterraneo centrale. Il gruppo offre uno spazio per promuovere il coordinamento tra le autorità nazionali», sottolinea la leader tedesca, dicendosi «lieta del forte coinvolgimento dell’Italia» in questo meccanismo.
Il dialogo coi Paesi del Nord Africa
Von der Leyen infine, preannunciando che «al prossimo Consiglio europeo provvederà a fornire lo stato dell’arte sulle misure operative proposte a febbraio», condivide con Meloni l’intento di rafforzare la collaborazione con i Paesi di maggior provenienza dei barconi illegali. «Dobbiamo coordinare le nostre azioni con i nostri partner chiave per prevenire le partenze irregolari e salvare vite. A tal fine la Commissione sta lavorando a stretto contatto con i Paesi membri per intensificare la cooperazione con i partner del Nord Africa». «L’Ue e l’Italia lavorano assieme da molti anni per rafforzare la gestione dei confini e le capacità di salvataggio. Una volta ancora, quest’anno daremo priorità a questo lavorare con particolare attenzione a Tunisia e Egitto. Provvederemo inoltre ad un ulteriore supporto alla gestione dei confini marittimi della Libia e alle capacità di ‘search and rescue‘ e porteremo avanti azioni complementari per rafforzare i confini terrestri dell’Egitto», spiega nella lettera von der Leyen.
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