«Saranno le donne a portare il cambiamento in Iran», Samirà Ardalani
Jin, Jîyan, Azadî. Urlato nelle piazze, per le strade e sui social media; nei testi delle canzoni e nei discorsi quotidiani. Un motto che sfida il sistema patriarcale, ma che non ha solo a che vedere con le donne. Sebbene all’origine ci siano le rivendicazioni femminili per le libertà, contro il controllo del corpo e contro l’imposizione dell’hijab, nel corso di questi cinque mesi le proteste si sono allargate, alimentando una rivolta anti-regime che chiede di mettere fine all’autoritarismo islamico. «Le donne sono il motore delle proteste della rivolta in Iran, ma stanno lottando insieme ai concittadini per chiedere pari diritti in tutti i campi, nel campo economico, sociale e in quello politico», dice a Open l’attivista Samirà Ardalani, nata in Italia e figlia di esuli iraniani. La morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava il velo islamico in modo corretto, ha fatto da detonatore di una frustrazione politica, sociale, ma anche culturale presente in Iran. «Vogliono la fine di questo regime dittatoriale – dice Samirà – e chiedono democrazia e libertà, esattamente come gli uomini».
Nonostante la dura repressione da parte della teocrazia iraniana, con arresti, uccisioni e condanne a morte, le proteste contro il regime non si fermano. E proprio come riporta l’iscrizione sulla lapide di Mahsa: Name-to ramz mishavad, il tuo nome diventerà chiave, il suo nome è diventato il simbolo di un movimento di denuncia nei confronti di un regime che vìola costantemente i diritti umani, le libertà di scelta, nonché quella di espressione, i diritti delle donne, delle persone Lgbtqi+, di tutte le minoranze, ma anche di una leadership incapace di gestire democraticamente e riformare un sistema che reprime ogni tipo di dissenso. «Oltre vent’anni fa la presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana disse che questo regime sarebbe caduto proprio per mano di coloro dalle quali non si sarebbe mai aspettato di poter essere danneggiato e faceva riferimento proprio alle donne. E oggi noi stiamo assistendo a questo in ciascuno dei vicoli del Paese». Sicuramente, né è certa Samirà, saranno le donne «a portare il cambiamento in Iran». Donna, vita, libertà.
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